Nemo Sud, la Regione interviene per scongiurare lo stop Proroga al Policlinico mentre si studia l’accordo con Ircss

Nell’ultimo giorno utile prima dell’inevitabile chiusura del centro clinico Nemo Sud è arrivata la soluzione tanto sperata. L’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza e il dirigente Mario La Rocca hanno sottoscritto una nota in cui viene stabilito il proseguimento della collaborazione tra l’azienda ospedaliera policlinico di Messina e il centro d’eccellenza nella cura delle malattie neuromuscolari. Almeno fino alla data in cui sarà perfezionata la proposta di sperimentazione gestionale trasmessa dall’Irccs Bonino Pulejo all’assessorato regionale e già inoltrata alla giunta per il visto definitivo. Una nuova casa per il centro Nemo Sud, insomma, ma con dettagli – anche giuridici – ancora da vedere e tempo necessario per organizzare il passaggio. «Accogliamo con grande soddisfazione e sollievo l’indicazione dell’assessore – fanno sapere dalla fondazione Aurora, che gestisce il centro – come fin dal primo giorno al fianco dei nostri pazienti nella certezza imprescindibile che le clausole della convenzione in essere verranno rispettate integralmente». 

Un riferimento nemmeno troppo velato ai motivi del divorzio: ossia la nuova convenzione – da applicare dopo la scadenza della precedente, in scadenza proprio oggi – proposta mesi fa dal Policlinico e giudicata inaccettabile dalla fondazione Aurora. E che resta ancora al centro della questione, in attesa di una risposta del Policlinico alla nota di oggi. Intanto, dopo giorni infuocati di polemiche politiche, l’assistenza dei pazienti è tornata a essere il centro della vicenda. Cinquemila cittadini – da tutta la Sicilia e dalla Calabria – che da settimane vivevano l’ansia di non sapere come fare a curarsi possono tornare a credere che le loro vite non siano solo dei numeri a bilancio. A giocare un ruolo fondamentale nello sbrogliare l’intricata vicenda sembra essere stato la prefetta di Messina, Cosima Di Stani. Definita nella nota assessoriale come «la più autorevole» tra le «diverse grida d’allarme» lanciate negli scorsi giorni contro la chiusura del Nemo Sud e scongiurare «difficoltà nella gestione delle attività assistenziale». 

A esprimere oggi soddisfazione per la soluzione è anche la vicepresidente dell’associazione Famiglie Sma Daniela Lauro. Tra le realtà che che hanno rivendicato proprio la mancanza della continuità nell’assistenza durante la manifestazione dello scorso 25 giugno davanti alla prefettura di Messina. Bambini, ragazzi e adulti affetti da malattie neuromuscolari rare sono scesi in piazza per ricordare come solo il Nemo sia accreditato a somministrate alcune terapie e farmaci in tutta l’Isola. E adesso è arrivata la risposta tanto attesa: la soluzione adottata è una sorta di accordo ponte per garantire il trasferimento del Nemo Sud all’Irccs senza che i pazienti subiscano ripercussioni. Ma ci vorrà del tempo. La piena operatività nel nuovo centro che sorge sui colli San Rizzo potrebbe avvenire non prima di dicembre, nonostante la volontà che appare ferma da entrambe le parti. Come riporta la nota della Regione, l’Ircss ha fortemente voluto affiancare il proprio percorso nel trattamento delle cerebrolesioni gravi alle professionalità del centro che da anni si occupa di malattie neuromuscolari. 

Il Bonino Pulejo ha inoltrato all’assessorato regionale lo scorso 17 giugno una proposta di avvio per una sperimentazione gestionale da realizzarsi utilizzando i posti letto già assegnati alla struttura di ricerca e cura. La nota assessoriale sottolinea come la realizzazione di questo progetto assistenziale presso l’Irccs – che risulta solo in parte in possesso delle competenze professionali necessarie per «assistere la specifica tipologia di pazienti» – completerebbe da un lato l’offerta di cura dell’istituto e dall’altro consentirebbe «l’inserimento di pazienti con patologie rare all’interno di un unico percorso assistenziale, garantendone l’approccio globale univoco e un aumento della soddisfazione del personale sanitario dei pazienti, attraverso relazioni interpersonali più durature e strutturate attraverso una strategia coerente di cura».

Simona Arena

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