Nel giorno in cui si ricorda la strage di via D’Amelio il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, si scaglia contro «certa sinistra» e il «mondo del populismo grillino», ritenuti colpevoli del tentativo di «accreditarsi un ruolo di mestieranti dell’antimafia per screditare gli avversari: li abbiamo smascherati dimostrando che l’antimafia dei mestieri ormai in Sicilia non trova più terreno fertile per attecchire». Parole pronunciate a Palermo, in cui il presidente della Regione è intervenuto a un convegno organizzato da Fratelli d’Italia. Musumeci ha ricordato anche la storia di un fallito attentato che lo avrebbe avuto come obiettivo: «Avevo 39 anni quando la mafia mi condannò a morte. Una sentenza che non venne eseguita per due ore. Quando i Servizi intercettarono la telefonata e sventarono l’attendato dinamitardo davanti a casa mia ero stato riconosciuto colpevole di avere sottratto alla mafia un appalto di 52 miliardi di lire per un centro sportivo che si doveva realizzare alle pendici dell’Etna. Da allora sono stato sotto scorta. Ma non ne abbiamo mai fatto un mestiere, anzi l’abbiamo evitato. Per noi di destra – conclude Musumeci -, l’antimafia è nel codice genetico».
Tanti gli eventi organizzati oggi per commemorare il giudice e gli agenti della scorta morti in via D’Amelio. Momenti che hanno fatto emergere polemiche e attacchi senza colore politico. Perché se a destra il governatore attacca sinistra e grillini, dall’altro lato della barricata ad accendere i riflettori ci ha pensato Claudio Fava, deputato regionale e componente della rosa di candidati, insieme a Caterina Chinnici e Barbara Floridia, per le primarie del fronte progressista. «Oggi è una giornata senza politica, senza impegni elettorali, senza passerelle. Così avevamo deciso. Cosi faccio io – spiega Fava – Poi leggo un volantino. E scopro che stasera a Palermo ci sarà un ricco dibattito sulle stragi e tra i relatori anche il segretario del Partito democratico Anthony Barbagallo e la candidata alle primarie Caterina Chinnici. Ne sono dispiaciuto. La scelta, condivisa, di fare un passo di lato in questa giornata alla fine l’ho rispettata solo io. E ne sono felice».
«Nessuna iniziativa di campagna elettorale. Si tratta di un dibattito in un luogo simbolico con autorevoli relatori su un argomento che tocca tutti. Una doverosa riflessione. Spiace che Claudio faccia polemica in questo giorno». Questa la replica del segretario regionale Barbagallo, a proposito dell’incontro di stasera nell’atrio di casa Professa in cui interverranno, introdotti da Manlio Mele, anche Andrea Purgatori, Roberto Scarpinato, il procuratore aggiunto Paolo Guido, Stefania Limiti, Sigfrido Ranucci, Stefania Limiti e Pif.
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