Brutti giorni per il cantante neomelodico Leonardo Zappalà, in arte Scarface, che nel giro di 24 ore si è beccato una denuncia per diffamazione a mezzo social da parte del sindaco di Paternò Nino Naso e un avviso orale da parte del questore di Catania. La questura ha agito dopo avere appreso della diffusione del videoclip musicale, proprio di Zappalà, in cui i protagonisti assumono atteggiamenti mafiosi.
Scarface era salito agli onori della cronaca nazionale per via delle sue dichiarazioni durante la trasmissione televisiva Realiti, in onda sulla Rai. In diretta aveva detto, in riferimento all’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino: «Come ci piace il dolce, ci deve piacere anche l’amaro». A distanza di qualche giorno dalla polemica scatenata dalla puntata, il 23 giugno Leonardo Zappalà ha pubblicato su Youtube il video intitolato Guaioni e quartieri, girato tra i ruderi del Com (centro operativo misto) di Paternò.
Le immagini sono chiare: nonostante la presenza di minori, si esalta l’uso delle armi e della droga, e viene inoltre mimato il rito classico di affiliazione ai clan mafiosi (la cosiddetta punciuta), con il conseguente rischio di emulazione. A seguito della pubblicazione il video, il sindaco di Paternò ha presentato un esposto al comando dei carabinieri, che hanno avviato le indagini. Così si è scoperto che Zappalà, nonostante la giovane età, era stato denunciato lo scorso marzo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonché denunciato a giugno 2017, ancora minorenne, per guida senza patente.
In qualche circostanza, inoltre, Zappalà è stato controllato mentre si trovava in compagnia di persone legate alla criminalità organizzata. Per i precedenti motivi, il questore ha deciso di formulare un avviso orale ai suoi danni. Fatto a cui si deve aggiungere, adesso, la denuncia presentata dal sindaco di Paternò, che lo accusa di diffamazione. In un video registrato e fatto girare tramite WhatsApp, il cantante domanda al primo cittadino dove si trovi la fontana che era installata di fronte al palazzo comunale, aggiungendo una domanda: possibile che il sindaco quella fontana l’abbia portata in un suo terreno di campagna? In realtà, era stata vandalizzata e si era gravemente danneggiata durante le operazioni di rimozione.
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