Nel Palazzo del mecenate

Non è un museo ma la Fondazione Puglisi Cosentino – associazione no profit con la finalità di produrre eventi, mostre, convegni e attività didattiche e divulgative dell’arte moderna e contemporanea – è stata tra i primi soggetti in città ad aderire alla Notte dei Musei di sabato scorso e, anticipando a domenica la giornata dei musei di lunedì 18 maggio, ha dato ai catanesi l’opportunità di visitare gratuitamente la mostra «Costanti del classico nell’arte del XX e XXI secolo» e di trascorrere un week-end all’insegna dell’arte e della cultura. Ne abbiamo approfittato per varcare la soglia dello storico Palazzo Valle, sede della Fondazione e saperne di più sui nuovi progetti del mecenate imprenditore Alfio Puglisi Cosentino.

Edificio settecentesco costruito dal Vaccarini, è uno dei più begli esempi di barocco catanese e siciliano ed è stato acquistato appositamente nel 2001 da Puglisi Cosentino.

Oggi, dopo una lunga opera di restauro per rendere l’edificio adeguato alla nuova destinazione d’uso, la pietra bianca è stata recuperata, la pavimentazione ricostruita e tutti gli spazi sono climatizzati e sapientemente illuminati. Nelle sale non c’è nessuna linea a limitare l’avvicinamento alle opere: a mantenere le distanze di sicurezza, solo un segnale acustico che avvisa che ci si sta avvicinando troppo, e se la mancanza di delimitazioni dà un’idea di libertà di movimento che fa percepire lo spazio espositivo come meno freddo e più intimo, il concerto di bip che distrae dalla contemplazione costituisce l’unico neo della mostra.

La collettiva «Costanti del classico nell’arte del XX e XXI secolo»,con la quale la Fondazione ha inaugurato la sua attività lo scorso febbraio, presenta 70 opere di altrettanti artisti contemporanei, attraverso un percorso che si attua seguendo i criteri costanti, cioè che permangono, nell’arte classica. Undici gruppi di opere, accomunate da una qualità e caratteristica, ognuna delle quali costituisce uno degli undici campi “classici” individuati, danno vita ad un percorso pieno di rimandi e dialoghi tra i soggetti, le forme, i materiali dei quadri e delle sculture, che rende quello della mostra un viaggio dinamico ed esclusivo nell’arte contemporanea.

Abbiamo parlato della Fondazione e delle sue attività con Irene D’Ambra, responsabile della segreteria tecnica e organizzativa della Fondazione Puglisi Cosentino.

Il proposito di Alfio Puglisi Cosentino di fare di Palazzo Valle la sede di importanti mostre d’arte è sicuramente impegnativo e richiede grande supporto da parte di chi crede a questo progetto. Come si sostiene la Fondazione?
Per adesso è sostenuta da soci che donano quote da 1.500, 4.500 e 10.000 euro e sono per lo più aziende o anche singoli imprenditori. Più avanti magari si penserà e ci sarà spazio per altre tipologie di sostenitori.

Palazzo Valle, uno degli edifici patrizi più significativi della ricostruzione di Catania dopo il terremoto del 1693, al momento dell’acquisto versava in grave stato di abbandono. Avete avuto qualche difficoltà durante l’opera di restauro?
Ci sono voluti due anni di lavoro sotto la guida della Sovrintendenza, con la quale c’è stata grande sintonia. Le uniche difficoltà che si sono presentate sono state di natura tecnica per la situazione in cui si trovava l’immobile. Presentava problemi anche alle fondamenta.

La mostra inaugurale «Costanti del classico nell’arte del XX e XXI secolo», curata e progettata da Bruno Corà, direttore artistico del Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, presenta lavori realizzati dai più significativi artisti della storia dell’arte internazionale e italiana, tra cui Fontana, Picasso, Matisse, Mondrian. Quali sono le opere che attraggono di più? È stato facile reperirle?
Le opere che attirano più pubblico sono sicuramente quelle dei grandi nomi, Duchamp, Kandinskji, De Chirico, Morandi, ma spesso scopriamo con piacere che alcuni visitatori sono interessati anche agli autori meno conosciuti, come Boetti e Burri. Le opere provengono da prestigiosi musei, fondazioni e collezioni private. Nel reperirle non ci sono state difficoltà particolari, ci sono state più che altro nella fase di allestimento, a causa della grandezza e del peso di alcune di loro come Microcosmo di Mattiacci e Io, l’uovo di Fabro.

 
La Fondazione Puglisi Cosentino prevede che le attività espositive siano sempre affiancate da altre iniziative culturali. Quali altre attività sono in corso o in preparazione?

Le attività didattiche sono iniziate a marzo ed hanno avuto e stanno avendo un buon riscontro da parte delle scuole di Catania e provincia e anche di altre province. La provincia di Ragusa, per esempio, risponde molto bene alle iniziative che proponiamo. Sono principalmente di due tipi: la didattica frontale durante la visita guidata alla mostra, rivolta agli studenti delle scuole superiori, e una didattica laboratoriale, rivolta ai ragazzi più piccoli delle scuole elementari e medie, che fanno un percorso in mostra più breve e poi passano nello spazio dedicato ai laboratori tenuti da Mercedes Auteri e da suoi collaboratori, durante i quali i bambini lavorano sui concetti di geometria e corpo. Le altre attività previste sono ancora in una fase progettuale, ma mireranno a rendere gli spazi della Fondazione un polo di attrazione culturale a Catania.

 
Che risposta avete avuto dai catanesi da quando avete aperto e, in particolare, durante il week-end dedicato all’iniziativa della Giornata nazionale dei musei?

Abbiamo ricevuto un’ottima risposta fin da subito: già al secondo week-end di apertura abbiamo contato 500 visitatori paganti. Nei due giorni di apertura gratuita in onore alla Giornata dei musei, alla quale abbiamo voluto aderire anche se non eravamo tenuti a farlo, in quanto struttura privata, c’è stata grande affluenza. La sera di sabato c’era perfino la coda in strada.

 
L’opera della Fondazione potrebbe essere di grande richiamo per i turisti. Avete previsto dei progetti per curare in particolare i rapporti con i visitatori stranieri?

C’è l’intenzione di mirare ai turisti come pubblico importante. Anche per questo abbiamo deciso di aderire alla giornata nazionale dei musei. La nostra struttura vuole essere un richiamo per gli stranieri. Quest’anno però la chiusura avverrà alla fine di giugno, quando inizia il periodo di turismo più intenso. Per il futuro, però, lavoreremo per non lasciare al caso il rapporto tra le attività della Fondazione e la presenza dei turisti. La nostra équipe è molto volenterosa, ma siamo solo all’inizio e sicuramente ci vuole una pianificazione delle attività più elaborata, che è proprio quello che ci proponiamo di fare.

 
La programmazione voluta dal dottor Puglisi Cosentino, e dal comitato scientifico che lo affianca, di cui fanno parte Franca Faletti (direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze), Rudi Fuchs (già direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam), Marie Laure Bernadac (Dipartimento arte contemporanea del Louvre), Gillo Dorfles (decano dei critici d’arte italiani e professore emerito di Estetica), Nicholas Serota (direttore della Tate Gallery di Londra) e Manolo Borja-Villel (direttore del Museo National Centro de Arte Reina Sofia di Madrid), prevede ogni anno la realizzazione di due importanti mostre di artisti contemporanei. Può darci qualche anticipazione sulla seconda mostra di quest’anno?

È prevista per ottobre, ma non posso dire di più.
 
La riapertura dopo la pausa estiva avverrà quindi direttamente ad ottobre?
No, abbiamo in programma di aprire prima di ottobre con un’attività non espositiva che possa essere un richiamo culturale per la città, ma anche su questo… non posso dare anticipazioni.

 
Il progetto della Fondazione è stato sostenuto dalla Regione attraverso il Por Sicilia. Che rapporti avete invece con il Comune?
I rapporti li cura il nostro presidente che è aperto alle collaborazioni nella misura in cui queste si rendano possibili tra due realtà completamente diverse come quella pubblica e quella privata.

Agata Pasqualino

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