D’ORA IN POI COMBATTERE I MAFIOSI E, IN GENERALE, LA GRANDE CRIMINALITA’ ORGANIZZATA SIGNIFICHERA’ RIDURRE IL PRODOTTO INTERNO LORDO DELLA UE. SBAGLIAMO O E’ UNA GRANDE VITTORIA DEL CRIMINE EUROPEO?
Alla vigilia del giorno in cui ricordiamo Giovanni Falcone, Francesco Morvillo e gli uomini della scorta trucidati nella strage di Capaci è arrivata la notizia che, a partire dal settembre di quest’anno, nel calcolo del Pil dell’Unione europea (Prodotto interno lordo) verranno incluse anche le attività illegali: droga, prostituzione e contrabbando di alcool e sigarette. In pratica, la mafia entra a far parte, a tutti gli effetti, dell’economia ‘legale’ dell’Unione europea delle banche e della finanza.
Se qualcuno nutriva ancora dubbi su come l’Unione europea avrebbe combattuto le varie forme di criminalità organizzata, l’Eurostat – l’Ufficio statistico della Commissione UE – ha fugato tali dubbi: l’Unione europea ‘ingloba’ nella propria ‘grande famiglia’ anche i mafiosi che, con il proprio ‘lavoro’ e i propri introiti, contribuiranno al Prodotto interno lordo (ma proprio “lordo”, per dirla in siciliano, con una parola che – uno a caso: Mario Draghi – non capirebbe) della grande Unione europea!
A settembre, insomma, le Mafie spa entreranno a pieno titolo nell’economia dell’Unione europea. Con un nuovo sistema dei conti nazionali, chiamato Sec2010. Un ‘grande’ risultato frutto della collaborazione fra il già citato Ufficio statistico della Commissione UE (Eurostat) e i contabili nazionali degli Stati dell’Unione.
Tra le altre ‘novità’ ci sarà una ‘lettura innovativa’ degli armamenti, che verranno classificati non più come costi, ma come spese di ‘investimento’. Mossa ‘geniale’ che, secondo gli ‘economisti’ che hanno reso più ”ricchi” i Paesi che hanno aderito all’euro, sortirà un effetto positivo, seppure moderato, sul Pil italiano…
Del resto, mafia e armi sono sempre andati d’amore e d’accordo: avere trovato una ‘sintesi originale’ anche su questo fronte rende più forte l’Unione europea…
Insomma, mettiamoci il cuore in pace: la mafia entra a tutti gli effetti nel sistema economico europeo, e quindi anche in Italia – un ‘premio speciale’, insomma, per tutti gli uomini dello Stato del nostro Paese che sono morti per combattere la mafia – mentre gli F35, tanto per citare un esempio, ovvero gli aerei da guerra che costano un sacco di soldi diventano “investimenti” e non costi…
D’ora in poi chi combatte la mafia si dovrà mettere in testa che, così facendo, creerà enormi guasti all’Unione europea, perché combattere la mafia, da oggi in poi, significherà ridurre il Pil dell’Unione europea.
A questo punto ben venga la ‘tratta delle bianche’, la droga e, perché no?, anche il turismo sessuale, magari pedofilo: ‘tutto fa Pil’…
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il presidente del Senato, Piero Grasso, i rappresentanti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, il Csm, la Corte Costituzionale ci diranno qualcosa a proposito di questo nuovo ‘traguardo’ annunciato proprio nel giorno in cui commemoriamo la strage di Capaci?
La Chiesa cattolica dirà qualcosa o resterà ancora zitta nel nome dell’Imu?
Noi ce lo chiediamo da tempo: che ruolo sta giocando la grande criminalità organizzata in quest’Unione europea delle banche e della finanza?
La storia, diceva Nicolò Machiavelli, “è maestra di vita”. Nel 1860 i mafiosi accolsero a braccia aperte le “Camicie rosse” di Garibaldi, sollecitando – se non imponendo – il tradimento di tanti ufficiali borbonici. Nelle ‘battaglie’ combattute nella Sicilia di quei giorni – in alcuni casi rigorosamente fasulle, alla faccia degli storici che li hanno ‘celebrate’ – garibaldini e picciotti dell’onorata società combattevano fianco a fianco per ‘unificare’ l’Italia…
Qualche anno dopo i mafiosi combatteranno a fianco di Francesco Crispi per reprimere la rivolta dei Fasci siciliani. Una decina di anni dopo i mafiosi saranno, ancora una volta, al fianco dello Stato italiano per dare una mano ai ‘Prefetti’ che Giovanni Giolitti utilizzava nel Sud Italia per ripristinare “l’ordine costituito” (chi ha qualche dubbio in proposito può sempre leggere “Il ministro della malavita” di Gaetano Salvemini).
Sempre i mafiosi fermeranno la mano del ‘Prefetto di ferro’, Cesare Mori, inviato in Sicilia da Mussolini per combattere la mafia. Quando Mori arriverà a lambire gli alti gerarchi fascisti della Sicilia – che erano tutt’uno con la mafia – verrà fermato dallo stesso capo del regime fascista, che non poteva mettere in discussione l’ ‘integrità’ dello Stato italiano già allora intriso di mafia e di sottocultura mafiosa.
Nel 1943 saranno sempre i mafiosi a organizzare lo sbarco degli americani in Sicilia. E saranno sempre i mafiosi, l‘1 maggio del 1947, con i fatti di Portella delle Ginestre, a certificare che l’Italia sarebbe stata una Repubblica fondata anche sulle stragi che sarebbero rimaste impunite: casa che si è puntualmente verificata, perché da Portella alle stragi del 1992 le verità sono poche e i depistaggi sono ancora tanti.
Siamo arrivati ai giorni nostri. Chi pensava che i mafiosi avrebbero perso il treno dell’Unione europea ha commesso un errore. Hanno ragione i magistrati che hanno istruito il processo sulla trattativa tra Stato e mafia: i primi anni ’90 del secolo passato sono la chiave di tutto. Non tanto e non soltanto per rintracciare una verità ancora difficile sulle stragi di Capaci e di via d’Amelio, ma anche per capire che tipo di Europa è stata ‘disegnata’ in quegli anni, euro compreso.
“Dietro ogni grande fortuna c’è un crimine”, ci ricorda Balzac. E con l’Unione europea e con l’euro sono stati in tanti ad aver creato “grandi fortune”.
Invitiamo i nostri lettori a riflettere su alcune ‘conquiste’ introdotte dall’Unione europea. Per esempio, il vino fatto senza uva. Non è stato, per anni, dalle nostre parti, un business di tanti mafiosi? Oggi nell’Unione europea è legale. Così come sono legali i succhi di frutta senza frutta. E via continuando con tutte le truffe alimentari. Per non parlare di tutti i prodotti italiani ‘taroccati’ e venduti con il marchio made in Italy.
Nell’Unione europea la criminalità organizzata trionfa. E, come nell’Italia repubblicana, è ‘dentro’ il sistema e non fuori. Fa economia. Produce ‘ricchezza’. Che d’ora in poi entrerà a pieno titolo nel Pil.
Complimenti!
p.s.
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