Rimangono nei centri di accoglienza in alcuni casi fino due anni, ben oltre i 45 giorni previsti dalla legge. Una denuncia forte sul tema dell’accoglienza dei migranti che riguarda 16 centri convenzionati con la prefettura di Palermo, che arriva dai deputati regionali del Movimento 5 Stelle. Finiscono nel mirino i centri di Borgetto, Santa Flavia e Partinico. Tra le cause rintracciate l’eccessivo carico di pratiche da esaminare nelle questure. I pentastellati hanno effettuato delle ispezioni a partire dagli inizi di ottobre che sono proseguite fino al 30 novembre. Giorgio Ciaccio e Claudia Rocca alla al termine del loro hanno presentato una relazione in cui chiedono spiegazioni e risposte e un confronto istituzionali coinvolti.
I due parlamentari siciliani, oltre all’eccessiva permanenza nei centri, hanno colto l’occasione per registrare malfunzionamenti e disagi vissuti quotidianamente dai migranti che vanno dalla scarsa qualità del cibo offerto o mancanze di supporto anche sanitario. Nella relazione è infatti presente il racconto di un profugo ospitato in uno dei centri che avrebbe chiesto il trasferimento in altra struttura per la mancanza di un medico disponibile a seguirlo, senza peraltro ottenere risposta. «Queste ispezioni – afferma la parlamentare La Rocca – sono state utili per avere un quadro complessivo della situazioni in cui vertono i centri di prima accoglienza, premettendo che non erano ispezioni eseguite dietro appuntamento, come purtroppo spesso avviene».
«È normale sentirsi arrabbiati e frustrati, – sostiene la deputata – per chi è fuggito in cerca di una vita migliore, vedersi costretto a vivere dentro la stessa struttura anche 2 anni, a volte in cima alle montagne, obbligato a percorrere numerosi chilometri a piedi per raggiungere il centro abitato più vicino». «Il problema principale riscontrato in tutti i centri, – interviene Giorgio Ciaccio, capogruppo uscente del M5S all’Ars – eccetto che per la struttura che si trova a Palermo, sembra essere l’eccessiva permanenza degli ospiti che, rispetto ai 45 giorni o 3 mesi previsti, si fermano all’interno delle strutture anche fino a 2 anni».«Sembra che queste permanenze eccessive, -aggiunge – siano dovute alla grande quantità di pratiche da smaltire ed ai rinvii delle udienze nei confronti dei migranti che hanno fatto ricorso a causa degli esiti negativi della commissione».
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