Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia secondo cui i partiti sarebbero in bancarotta. Non uno o due: praticamente quasi tutti.
Eppure, nel 2013, il governo Letta aveva fatto un regalo non da poco consentendo ai partiti di smettere di incassare gli aiuti di Stato (peraltro aboliti prima con un referendum nel 1993 e poi reintrodotti di nuovo pochi anni dopo cambiandone il nome, ma non la sostanza) solo dal 2017, ma di poter ricevere sin da subito i soldi prelevati dalle denunce dei redditi.
Che fine hanno fatto tutti i soldi che nellultimo ventennio sono finiti nelle ‘casse’ dei partiti? Non si sa. Anzi, a ben vedere, pare non sia chiaro nemmeno quanto i partiti hanno incassato. Di sicuro tanti soldi. La stima più attendibile parla di quasi tre miliardi di Euro in un ventennio.
Questi, grosso modo, i conti: 120 milioni di Euro alla Lega, oltre 750 al PD, ma che prima era Pds, Ds, Margherita, Ulivo, Unione e chi più ne ha più ne metta; 900 milioni e passa al Pdl, sommando le sue quote a quelle di Forza Italia, An e simili. E così via a scalare.
Nonostante tutti questi aiuti, pare che molti partiti stiano correndo seriamente il rischio di finire in bancarotta a causa dei debiti. Debiti che continuano a crescere anno dopo anno come in una voragine senza fondo. Secondo Adnkronos, nel PD “i debiti ereditati dalla gestione Bersani ammonterebbero a circa 9-10 milioni di Euro, a fronte del 7 previsti finora”.
Nel partito di Silvio Berlusconi, Mariarosaria Rossi ha chiesto un contributo straordinario agli eletti (10.000 euro a testa) per evitare licenziamenti dei dipendenti. I debiti del partito dellex Cavaliere avrebbero raggiunto infatti la cifra record di 88 milioni di Euro.
Senza contare tutte le altre entrate provenienti da privati (chi non ricorda il famoso lascito immobiliare ad An che causò seri problemi a Fini?). Per non parlare del consiglio federale della Lega Nord di Matteo Salvini che ha comunicato apertamente che le ‘casse’ del partito sono vuote. Dove sono finiti i famosi lingotti doro e diamanti e i fondi offshore sventolati da Maroni allassemblea generale solo pochi anni fa? Non si sa.
Ma la cosa che più dovrebbe sorprendere si condensa nella seguente domanda: che fine hanno fatto i tre miliardi di Euro prelevati dalle tasche dei cittadini e versati nelle ‘casse’ dei partiti?
Eppure, secondo la stima di Repubblica, le entrate dei partiti politici, almeno per ciò che riguarda gli aiuti di Stato, avrebbero dovuto rendere bene dato che le spese elettorali realmente sostenute (e documentate) dai partiti sarebbero state non superiori a 700 milioni di Euro. Che fine hanno fatto gli altri due miliardi di Euro? E come mai nonostante tutti questi soldi ora i partiti si ritrovano con le ‘casse’ vuote? Non si sa.
Eppure i partiti hanno fatto di tutto per approvare leggi che permettevano loro di pagare meno tasse e per avere aiuti e agevolazioni a mai finire. Dal regime fiscale agevolato per i finanziamenti ai partiti alla ripartizione del due per mille dellIRE, dalle detrazioni per le erogazioni liberali in denaro in favore di partiti e movimenti politici alla destinazione volontaria del due per mille dellimposta sul reddito, “dallassegnazione di sedi per lo svolgimento di attività politiche (ovviamente a canoni di locazione e spese di manutenzione e gestione agevolati) a spazi per la comunicazione politica televisiva anche al di fuori dei periodi della campagna elettorale. Quindi gli spazi televisivi messi a disposizione a titolo gratuito dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ai fini della trasmissione di messaggi pubblicitari.
Tutti questi aiuti non sono serviti a niente. Montagne di soldi dei cittadini volati al vento e finiti nelle tasche di chissà chi.
Cè da scommettere che, in un modo o nellaltro, la coalizione che in questo momento, di fatto, impone le proprie scelte agli italiani non perderà tempo e troverà un sistema per far entrare nuova linfa nelle ‘casse’ dei partiti. Soldi che, come sempre, verranno prelevati dalle tasche dei cittadini e spariranno nel nulla
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