Nebrodi, 14 indagati per attentato ad Antoci «Fatti che smentiscono qualunque illazione»

Quattrodici. Sarebbe questo il numero degli indagati per l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. L’indiscrezione, confermata dal legale di alcune delle persone raggiunte dalle informazioni di garanzia, arriva a quasi un anno esatto dalla notte in cui l’auto che trasportava Antoci, sulla strada che collega Cesarò a San Fratello, venne prima bloccata da alcuni massi posti lungo la carreggiata e poi fatta bersaglio per diversi colpi di arma da fuoco. A salvare il presidente dell’ente che si occupa dei boschi nella zona dei Nebrodi furono la scorta – assegnatagli dopo le minacce di morte ricevute in precedenza – e l’arrivo dell’auto con a bordo il commissario di Sant’Agata di Militello, Daniele Manganaro. A coordinare l’inchiesta sono i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Messina, Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio, mentre a lavorare sul campo è la Squadra mobile messinese.

Sull’identità di chi sparò, nascosto tra gli alberi, finora non si è mai saputo nulla. L’ipotesi più accreditata è sempre stata quella di una ritorsione, in seguito al protocollo di legalità promosso da Antoci e dalla prefettura di Messina, con cui si sono innalzati i controlli sulle concessioni di terreni demaniali. Fino ad allora, infatti, la normativa prevedeva una semplice autodichiarazione in casi di locazioni inferiori a 150mila euro, una soglia che – considerati i prezzi dei terreni boschivi – avrebbe consentito a diverse persone vicine alla criminalità organizzata di beneficiare di finanziamenti comunitari.

«Ho appreso la notizia dalla stampa e non posso che esserne felice – commenta Antoci a MeridioNews -. Questi sono giorni particolari, perché la mente torna a quei momenti, a cosa si è rischiato. Da parte mia ho sempre avuto fiducia nella magistratura e nelle forze di polizia e confido che questo passo avanti possa portare a trovare i responsabili». 

Stando alle indiscrezioni, gli avvisi di garanzia sarebbero stati emessi per consentire accertamenti irripetibili, come la comparazione di tracce biologiche lasciate sul luogo. Soprattutto mozziconi di sigaretta e sangue, quello di uno degli assalitori che sarebbe rimasto ferito nello scontro a fuoco. Esami da svolgere su figure che, secondo gli inquirenti, potrebbero avere avuto interessi nel fermare l’impegno di Antoci e così attraverso l’incrocio dei dati individuare i responsabili. Alla luce dei numerosi arresti degli scorsi mesi, non è da escludere che tra le persone coinvolte nell’inchiesta possano esserci quelle ritenute ai vertici della cosca di Cesarò. A partire da Giovanni Pruiti, il macellaio fratello dell’ergastolano Giuseppe, e ritenuto erede della guida del clan. Altre figure che a vario titolo avrebbero avuto un interesse nella gestione dei terreni sono Carmelo Triscari Giacucco – fratello di Antonietta, titolare di concessione e moglie di Giuseppe Pruiti – e Giuseppe Foti Bellingambi, fratello di un concessionario di terreni demaniali.

Sull’episodio, nelle scorse settimane, sono circolate voci che mettono in dubbio la ricostruzione dei fatti, con il settimanale L’Espresso che ha fatto riferimento a una indagine interna da parte di esponenti mafiosi per risalire a chi aveva sparato. «Commentare quelle voci oggi ancora più di ieri non ha senso. Vorrei fermarmi sui fatti, che parlano chiaro, tutto il resto rimane una serie di illazioni», taglia corto Antoci.

Simone Olivelli

Recent Posts

Strage sul lavoro a Casteldaccia, parla operaio sopravvissuto: «Sentito i colleghi gridare»

«All'improvviso ho sentito i miei colleghi che gridavano, e ho dato subito l'allarme. Mi sento…

3 ore ago

Strage Casteldaccia, il comandante dei vigili del fuoco: «Con le precauzioni, non avremmo cinque morti»

«Se fossero state prese tutte le precauzioni non avremmo avuto cinque morti». Risponde solo la…

3 ore ago

Strage Casteldaccia, i cinque operai morti uno dietro l’altro calandosi nel tombino

Sarebbero morti uno dietro l'altro i cinque operai, calandosi in un tombino dell'impianto fognario. È…

4 ore ago

Strage sul lavoro a Casteldaccia, i cinque operai morti soffocati per intossicazione. A dare l’allarme un sopravvissuto

Sarebbero morti per intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento…

6 ore ago

Cinque operai morti e un ferito grave nel Palermitano: stavano facendo lavori fognari

Il bilancio è di cinque operai morti e un ferito grave. Secondo una prima ricostruzione,…

6 ore ago

La mamma di Denise Pipitone ha trovato cimici funzionanti in casa: «Sono dello Stato o di privati?»

«Sapete cosa sono? Scrivetelo nei commenti, vediamo chi indovina». È con una sorta di indovinello…

6 ore ago