Una proroga, la terza, di due mesi più due mesi. Il futuro per i navigator va a singhiozzo verso un crocevia che farà capire alla categoria, assunta dopo un concorso pubblico e formata per supportare i percettori del reddito di cittadinanza, quale sarà l’epilogo finale: essere in balia di un contratto sempre prossimo alla scadenza o essere definitivamente una parte fondamentale per l’attuazione delle politiche attive legate al lavoro? In mezzo a questo quesito, al momento, c’è un’unica certezza che si chiama ricontrattualizzazione, quella che due giorni fa il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha messo sul tavolo nell’attesa di trovare una soluzione definitiva con i fondi del Pnrr in collaborazione con le Regioni. L’obiettivo è quello di inserire le figure – che secondo i dati Anpal sono 1838 in Italia, di cui 330 solo in Sicilia – stabilmente nel mondo del lavoro. Al momento, però, le certezze per i quasi duemila navigator sono poche. L’unica nota positiva è quest’ultima decisione intrapresa da Orlando, in collaborazione con l’Agenzia nazionale politiche attive lavoro (Anpal), che di fatto prolunga l’attività dei navigator almeno provvisoriamente di quattro mesi.
Per le figure selezionate nel 2019 tramite concorso pubblico per seguire i percettori del reddito di cittadinanza all’interno del Centri per l’impiego con l’obiettivo finale di dare loro un’occupazione, viste la poche certezze di questi anni, la prudenza non è mai troppa. A farlo notare è Daniele Carra, delegato regionale dell‘associazione nazionale dei navigator (A.n.n.a), che a MeridioNews fa il punto dell’ultimo provvedimento formulato dal governo nazionale. «Siamo in scadenza di contratto ed è stata proposta questa ricontrattualizzazione – afferma – Tuttavia, fino a quando non vedo il decreto parliamo di qualcosa soltanto annunciata: dal 15 maggio dovremmo usufruire del contratto da 2+2 (mesi,ndr)». In attesa di capire le eventuali decisioni per dei contratti più stabili, i navigator siciliani lo scorso 13 aprile si erano dati appuntamento davanti alla prefettura di Palermo per chiedere chiarezza sul proprio futuro.
Da quando è entrata in funzione la figura promossa dal Movimento Cinque Stelle insieme al sussidio che si poneva l’obiettivo di contrastare la povertà è stata contestata da una parte della politica e dalle Regioni, che hanno chiesto al governo di farsi carico dei navigator. Un profilo secondo alcuni velleitario e criticato per una presunta inefficienza. Ma dietro quel ruolo, la categoria col tempo si è rivelata di supporto, non soltanto per provare a inserire percettori del reddito nel mondo del lavoro, – obiettivo per cui sono nati – ma è finita per essere di supporto anche per le altre mansioni dei Centri per l’impiego. «Siamo stati sempre stigmatizzati e martorizzati, spesso criticati – prosegue Carra – Ci hanno detto che siamo inutili e incapaci, ma da un’indagine svolta dalla Corte dei conti uscita nel settembre del 2021 si evince che i dati più importanti nelle politiche del lavoro sono stati raggiunti grazie ai navigator: sicuramente qualcuno contesterà questi dati, possiamo anche parlare della veridicità dei numeri, ma in qualità di associazione non condividiamo come è stata rappresentata la categoria, che ha unito la burocrazia con la parte attiva del mondo del lavoro. Inoltre, inserire i percettori del reddito di cittadinanza richiede del tempo – aggiunge – alcuni hanno un livello scolastico inferiore, altri molti anni di disoccupazione. Problemi che non possono essere risolti in qualche mese».
E mentre nel giro di poco più di tre anni molti navigator hanno deciso di proseguire il percorso verso un lavoro che garantisse più stabilità, per quelli che sono rimasti all’orizzonte adesso c’è la possibilità del concorso per potenziare i Centri per l’impiego, che prevede le prime prove scritte già a partire dalla prossima settimana. Soltanto in Sicilia si prevedono più di mille nuove assunzioni negli ex uffici di collocamento. Questo sembra non preoccupare i navigator, che anche all’interno della prova non avranno una corsia preferenziale, ma solo «una sorta riconoscimento, che poi va equiparato ad altre esperienze – precisa Carra – Non siamo preoccupati per i concorsi. Siamo all’interno di una vertenza che è di carattere nazionale, è una cosa a sé stante al concorso. Adesso il ministro con i sindacati sono arrivati a questa determinazione. Noi ci auguriamo che questa transitorietà permetta di affrontare il problema con vedute più larghe – spiega il coordinatore siciliano dei navigator – Abbiamo chiesto, per esempio, di trovare una soluzione con le singole Regioni ma non è stato fatto. Dunque – conclude Carra – Quello che non ci aspettiamo adesso è di poter continuare a essere degli operatori nel settore delle politiche attive del lavoro con l’esperienza che già abbiamo, a cui dovranno essere affiancati più strumenti. Per questo motivo vogliamo contratti stabili in modo da riuscire a fornire più garanzie e offrire più servizi al mondo del lavoro».
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