Nave Diciotti, il silenzio del sindaco Salvo Pogliese L’attendismo sui migranti fermi al porto di Catania

La «macchina dell’accoglienza» è pronta. E si metterà in moto solo quando, e se, il ministro dell’Interno Matteo Salvini deciderà che i migranti potranno scendere dalla nave Ubaldo Diciotti della guardia costiera italiana. Il volto che il sindaco di Catania sta mostrando in questo momento è quello di un politico che attende, in silenzio, che le cose si muovano ai piani alti del governo nazionale. Un rapido comunicato stampa per annunciare che, come concesso da Salvini in una diretta Facebook, sarebbero sbarcati i 27 minori non accompagnati (non 29, come si era detto in un primo momento) e poi, di nuovo, neanche un fiato. «Il Comune non c’entra niente in questa faccenda, non può decidere nulla», dicono dall’entourage di Salvo Pogliese. Ma la questione politica resta: dirà qualcosa il primo cittadino di Catania sulla Diciotti bloccata al Molo di levante del porto di Catania da tre giorni?

La risposta è semplice: non in questo momento. Non se dagli altri Stati dell’Unione europea non arriveranno notizie. Non se Salvini non darà il via libera. Fino ad allora, nessuna presa di posizione, in nessun senso. Solo le telefonate più che quotidiane con la prefetta etnea Silvana Riccio. E pazienza se l’ex sindaco Enzo Bianco ha già dato il suo supporto a chi protesta contro il «sequestro» della Diciotti nel mare catanese. La sensazione è che la prova di forza del ministro della Lega sia un fatto al quale assistere da spettatori: solo pochi giorni fa Matteo Salvini era a Catania, sui camion della Geotrans e poi accanto allo stesso Pogliese a Palazzo degli elefanti. Vicinissimi, come due che s’intendono. E in conferenza stampa il ministro aveva promesso: vedremo se riusciremo ad aiutare Catania con questa storia del dissesto. Un’apertura che ha il profumo del salvifico denaro contante per le casse del municipio.

Di fronte a questo, può rischiare Salvo Pogliese – che in questi giorni è lontano da Catania – di fare pressioni pubbliche perché il dramma dell’accoglienza ai migranti non continui a peggiorare a due passi da piazza Duomo? Può rischiare di scontentare il volitivo vice-presidente del Consiglio che agisce da leader indiscusso del governo? La tensione in città, intanto, sale. Alla manifestazione arancino-munita di ieri sera si sono presentati in tanti, un successo quasi inaspettato. «A Catania facciamo così», urlavano i manifestanti brandendo pezzi di rosticceria. «Lo sbarco dei minori non può essere sufficiente – dichiara Matteo Iannitti della Rete antirazzista – È solo un modo per distogliere l’attenzione da tutti quegli altri che rimangono bloccati a bordo e che non possono sbarcare. L’attenzione mediatica rischia di calare».

Luisa Santangelo

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