Nautico, inaugurato il murales Giovanni e Paolo Tony Gentile: «Adesso dovete guardarli per forza»

«Oggi è una festa bellissima! Nella disgrazia c’è comunque una festa. Siamo felici di aver fatto questo regalo alla città. Siamo emozionatissimi». Sono davvero elettrizzati e allo stesso tempo spaesati i due giovanissimi artisti nisseni Rosk e Loste, che questa mattina hanno preso parte all’inaugurazione ufficiale del murales realizzato nella parete posteriore del Nautico, vista Cala. Insieme a loro Tony Gentile, il fotografo del celebre scatto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, divenuto icona di legalità. «Sono sicuro che anche loro non avrebbero mai voluto realizzarlo questo murales, avrebbero preferito un altro soggetto piuttosto che questo – commenta a MeridioNews – Ma dal momento che la storia è andata in questa direzione, credo che fosse un dovere di questa città e degli artisti in genere fare un’opera così. Forse è arrivata tardi, non lo so, è arrivata quando doveva arrivare, è giusto così. È un dovere mettere qui questi due volti, queste due anime, queste due persone con il loro coraggio e il desiderio di riscatto, adesso visibile a tutta la città. Noi ve l’abbiamo dato, non potete dire più che non lo sapevate. Adesso lo sapete e dovete guardarli per forza».

Un messaggio fortissimo, che cittadini e turisti si fermano a contemplare sin dalla primissima fase di realizzazione. È un’opera ipnotica che non si può non fermarsi ad osservare. «C’è voluto del tempo per arrivare all’idea di un’opera così, ma era necessaria e fondamentale per Palermo», aggiunge Gentile. Mescolato tra la folla che ammira e fotografa la gigantografia dei due magistrati, c’è anche Manfredi Borsellino, colpito anche lui dalla bellezza del murales: «Sono gli occhi di entrambi che mi colpiscono di più – dice – Quelli di Falcone poi non erano semplici da realizzare, lui è quasi di profilo e le palpebre sono abbassate, e qui la resa è molto bella». Pochi minuti prima, nell’aula intitolata alla professoressa Enza Minà del Nautico, a riunirsi sono stati magistrati, da Roberto Scarpinato a Leonardo Agueci, a giornalisti e cittadini. Presente anche Rosy Bindi, presidente della Commissione nazionale antimafia. «Falcone e Borsellino hanno fatto una straordinaria operazione di rivalutazione identitaria dei palermitani, ma anche degli italiani e del ruolo delle istituzioni. Troppe volte siamo stati compromessi», commenta il sindaco Leoluca Orlando. «Questo il senso dell’essere qui e il significato del loro ruolo di recupero dell’orgoglio di essere palermitani, se oggi la città è cambiata lo si deve al loro sacrificio».

Una Palermo più bella, quindi, ma che non è ancora come la vorremmo. «Dobbiamo chiederci se abbiamo tutte le carte in regola per quanto riguarda il loro ricordo. La mancata verità sulla strage di via D’Amelio butta un’ombra sulla vicenda – dice il sindaco – Dobbiamo raccogliere l’appello e il richiamo alle nostre responsabilità venuto fuori dai familiari di Borsellino, chiedendo scusa per aver solo raccolto un appello e non averlo lanciato noi per primi. Abbiamo fatto tanta strada e tanta ancora ne resta da fare». Prima di lui anche il presidente della prima sezione della Corte d’assise Sergio Gulotta: «Tutti abbiamo visto quelle immagini di orrore, 25 anni fa, che deturparono l’onore di questa terra e che ci privava di due fra i siciliani migliori – commenta – Abbiamo pensato che in occasione del 25esimo nessuna parola sarebbe bastata a commemorarli, per questo abbiamo pensato a un omaggio diverso». Legge il suo intervento da un foglio, Gulotta, non vuole correre il rischio di dimenticare nulla, di lasciarsi andare troppo all’emozione del momento. Legge anche una lettera recapitata da Maria Falcone, sorella del magistrato, oggi assente alla cerimonia.

«È un momento molto importante questo per me – scrive – Questo murales è stato un dono inaspettato e ritrae la loro amicizia, quella fra Giovanni e Paolo, e da quel muro e da quella postazione adesso potranno vegliare su tutta la città». Un dono in tutti i sensi, affidato da oggi ai cittadini e agli studenti del Nautico, che faranno di questo murales una fonte di ricchezza propria da preservare e tramandare. «Abbiamo reso vivo e posto sotto gli occhi di tutti un patrimonio della città intera – commenta infine anche Eugenio Albamonte, presidente di Anm – Mai come quest’anno è importante ricordarsi che i colleghi che hanno vissuto sulla propria pelle le scelte di legalità non sono simboli, ma prima di tutto persone. Tuttavia il loro valore di icona diventa importante alla luce degli atti vandalici dei giorni scorsi, sintomo di insofferenza e non accettazione della dimensione simbolica legata alla legalità. La prossima volta che qualcun altro offenderà la memoria dei nostri colleghi, il murales lo faremo ancora più grande». 

Silvia Buffa

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