Nasce in Germania il partito anti-euro

Da mesi il nostro giornale manifesta dubbi sull’euro e sul Fiscal Compact. Da mesi sosteniamo che l’Unione Europea, così come è stata strutturata dall’entrata in vigore dell’euro in poi (in realtà, problemi sono cominciati qualche anno prima del 2002, anno in cui l’euro ha sostituito la lira e, in generale, le altre divise europee), non serve ai popoli d’Europa, ma a una massoneria finanziaria rapace e lontana mille miglia dall’europeismo degli anni ’50 del secolo scorso. La ‘notizia’, adesso, è che anche in Germania è nato, addirittura, un Partito politico anti-euro!

Sì, avete letto bene, nella Germania di Angela Merkel e della Bce è stato fondato un Movimento politico che si chiama “Alternative fuer Deutschland” (AfD) – che punta a fare uscire questo Paese dall’euro. Questa nuova formazione politica, che riscuote già grande seguito tra il popolo tedesco, ha già deciso di presentarsi alle elezioni del 22 settembre per la Cancelleria. La Merkel è avvisata. E le varie massonerie finanziarie che strangolano i popoli europei con l’euro e lo spread pure. (a sinistra, foto tratta da zeit.de)

In Germania, anche se, su questo fronte la disinformazione regna sovrana, non è nuova posizioni anti-euro. Il Parlamento tedesco, infatti, ha votato “no” al Fiscal Compact. Si tratta di un trattato internazionale demenziale che ‘incapretta’ tutti i Paesi che hanno avuto la sfortuna di finire nella ‘gabbia’ dell’Unione Europea, togliendo soldi alle famiglie e alle imprese per fare ingrassare le banche e la fina nza speculativa.

I parlamentari tedeschi, che hanno le ‘palle’, hanno mandato a quel Paese il Fiscal Compact, le banche e i massoni della finanza speculativa che avrebbero voluto ‘incaprettare’ anche il loro Paese. In Italia, nella primavera dello scorso anno, nel silenzio generale degno del Minculpop fascista e con la ‘benedizione’ del Governo Monti allora non ancora sputtanato, il Parlamento italiano di ‘nominati’ (grazie alla legge elettorale Porcellum ancora in vigore), ha invece detto sì al Fiscal Compact. Grazie a questo trattato internazionale-capestro l’Italia dovrebbe versare 50 miliardi di euro all’anno per 20 anni alle banche e alla finanza speculativa. Una follia totale.

La Germania, invece, non solo ha ‘bocciato’ il Fiscal Compact, ma adesso punta anche ad uscire dall’euro. La dimostrazione che l’Unione Europea e l’euro non perseguono gli interessi dei popoli europei, ma gli interessi di banche e finanza speculativa.

I tedeschi fanno sul serio. “La sala dell’Hotel Interconti di Berlino – leggiamo su Affaritaliani.it – ha fatto fatica ad accogliere i 1500 delegati, alcuni dei quali portavano un biglietto vero da 100 marchi sul bavero della giacca”. Tanti gli slogan gridati durante la manifestazione. Tipo: “Basta con questo euro. la reintroduzione del marco non deve essere un tabù”. L’economista amburghese, Bernd Lucke, fondatore di AfD, ha annunciato dalla tribuna che “adesso si parte, dobbiamo abolire l’euro, se siamo dei veri europei”.

Insomma, se Angela Merkel afferma che “se fallisce l’euro fallisce l’Europa”, Lucke ha spiegato che “se fallisce l’euro, non fallisce l’Europa, ma fallisce questo Governo”, ovvero il Governo della Merkel che, in effetti, di danni ne ha fatti assai. (a sinistra, foto tratta da indipendenza.com)

Il nuovo Partito anti euro e pro-marco si colloca nel solco della tradizone politica tedesca dove a spiccare sono i nomi di Adenauer, Kohl, Schmidt e Willy Brandt. I dirigenti di questa nuova formazione politica spiegano che AfD “non è né di destra, né sinistra. Non abbiamo bisogno di alcun cartello ideologico direzionale, ma solo di un sano buonsenso”.

Secondo i primi sondaggi, la nuova formazione politica potrebbe godere di un potenziale elettorale del 20 per cento. Il governatore dell’Assia, Volker Bouffier (Cdu), invita il suo partito a non prendere sotto gamba AfD, spiegando che va “analizzata accuratamente la situazione”. Un altro fondatore di AfD, il giornalista Konrad Adam, tra il tripudio dei delegati ha esclamato, rivolgendosi agli altri partiti, che adesso “hanno paura di noi”.

 

Redazione

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