Spiragli positivi, dopo il vertice di oggi in prefettura, per le sorti degli oltre 70 ex ricercatori del laboratorio tossicologico Myrmex. La notizia è che la volontà di investire dell’imprenditore italo-libanese Roberto Giusti sembra concreta. L’appuntamento era molto atteso da lavoratori e sindacati, che nei giorni scorsi avevano fatto sentire la propria voce davanti al palazzo Esa, dopo gli ultimi sviluppi di una complicata vicenda iniziata nel 2010, anno in cui il colosso farmaceutico Wyeth-Pfizer, per una riorganizzazione aziendale dovuta – a suo dire – alla crisi del mercato del farmaco, decide di dismettere la sua partizione catanese. Una scelta che ha costretto i lavoratori a subire, da gennaio 2014, due anni di cassa integrazione e la successiva mobilità.
Giusti, proprietario dell’industria farmaceutica Prestafarma, avrebbe intenzione di recuperare lo stabilimento Myrmex, assumendo tutti i ricercatori rimasti senza lavoro, e sarebbe anche disposto a investire decine di milioni di euro per acquisire un nuovo lotto, con possibili ricadute positive per l’occupazione. Grande assente all’incontro, come già avvenuto in passato, il proprietario di Myrmex Gianluca Calvi, che dopo aver manifestato il suo disinteresse per un’eventuale cessione dell’azienda, oggi, attraverso una nota, ha ribadito che, dal suo punto di vista, con il licenziamento dei lavoratori ritiene conclusa la vertenza.
«Oggi c’è stata una riunione positiva – afferma Margherita Patti della Cgil – perché se da un lato l’avvocato Calvi non si è presentato, dall’altro abbiamo avuto al tavolo il nuovo imprenditore Roberto Giusti, che ha ribadito la sua intenzione di voler investire e fare impresa a Catania. Ci sono possibilità assolutamente concrete e credo che questa città non si possa permettere di perdere questa opportunità». Affermazioni che allontanano le paure sorte un mese fa, quando all’italo-libanese, che aveva già manifestato le proprie intenzioni, non sarebbe stato mostrato il laboratorio ma solo una planimetria.
Negli stessi giorni gli ex ricercatori avevano appreso dell’interessamento del Cnr all’acquisizione del laboratorio in un contesto che però sindacati e lavoratori ritengono speculativo. «In questo incontro – aggiunge Patti – la Regione ha ribadito la sua assoluta convinzione a risolvere il nostro problema o impugnando la delibera, riprendendo quindi il laboratorio, o in ogni caso sostenendo il nuovo imprenditore anche con un altro stabile. Siamo, dunque, speranzosi e positivi». Un sostegno che è stato garantito anche dagli altri attori presenti al tavolo delle trattative, ovvero prefettura, Comune e ispettorato del lavoro, che hanno ribadito la loro disponibilità per avviare tutti gli strumenti necessari per salvaguardare l’azienda.
«La Regione ha avuto e continua ad avere un ruolo importante in questa vicenda – spiega Giovanni Romeo della Filctem Cgil – perché, nel 2011, quando il laboratorio venne ceduto da Pfizer a Myrmex, emanò una delibera secondo la quale se l’imprenditore fosse stato inadempiente avrebbe potuto rilevare alla cifra simbolica di un euro il centro di ricerca e rimetterlo sul mercato. Oggi posso affermare con orgoglio che le istituzioni ci sono e che ci hanno supportato – va avanti il sindacalista – facendoci trovare al tavolo l’imprenditore Roberto Giusti che domani incontrerà a Palermo l’assessora Mariella Lo Bello».
Un appuntamento determinante per facilitare l’avvio dell’attività imprenditoriale e, in caso di esito positivo, porterà a un nuovo incontro a fine mese per porre le basi di un tavolo nazionale che vedrà coinvolto anche il ministero per lo Sviluppo economico. «Per i 36 lavoratori che hanno creduto che fosse ancora necessario combattere per questa città, l’incontro odierno è molto positivo – spiega Orsola Giampiccolo, presidente della cooperativa Ricerca Sicilia -. Oggi sono state messe le basi per riprendere il laboratorio, che è un fiore all’occhiello per l’intero Sud, portare andare avanti la ricerca e far crescere l’occupazione in città. A questo punto il signor Calvi può accettare la trattativa, quindi evitando di mettere in atto la delibera e andare avanti in maniera pacifica, oppure, se lui ancora si ostinerà a non voler cedere, verrà messa in atto la delibera».
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