Ieri la Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars è andata a vuoto. E oggi pure. Ma se ieri non c’era nulla di concordato, ma l’assenza di quasi tutti i protagonisti delle audizioni, oggi la mancata riunione è stata concordata ieri sera tra il presidente della stessa Commissione, Nino Dina, e l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei.
Stando a quanto risulta a Meridionews, la Commissione Bilancio e Finanze dovrebbe riunirsi mercoledì prossimo. Questo rinvio potrebbe avere anche un significato politico e programmatico: magari il prossimo 10 dicembre l’assessore Baccei si presenterà in Commissione con il Dpef (il Documento di programmazione economica e finanziaria che dovrebbe prendere il nome di Def, Documento di economia e finanza) e con il Bozzone di Bilancio e Finanziaria 2015.
Insomma, a quanto sembra di capire il blitz sul nuovo mutuo da 2 miliardi di euro, che il Governo di Rosario Crocetta avrebbe voluto varare prima di Bilancio e Finanziaria 2014, non sarebbe riuscito. Ci sono state, è vero, le proteste dei deputati, dalla conferenza stampa di ieri del capogruppo e del vice capogruppo di Forza Italia all’Ars, rispettivamente, Marco Falcone e Vincenzo Figuccia. O le considerazioni del giovane, ma sempre attento parlamentare del Movimento 5 Stelle, Giorgio Ciaccio.
Ma quello che, alla fine, ha messo alle corde il disegno di legge sul mutuo da 2 miliardi di euro da approvare prima di Bilancio e Finanziaria 2015 è stato, di fatto, il Servizio Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana. Una relazione secca, incisiva, che ha smontato di sana pianta tutte le enunciazioni, peraltro un po’ post datate, della relazione allo stesso disegno di legge.
Basta la lettura di un solo dato per far cadere tutto il castello costruito dal Governo sulle entrate per pagare le rate di questo nuovo mutuo. Nella relazione preparata dagli uffici dell’assessorato all’Economia si fa riferimento all’Irap 2012. Ma il Governo Renzi, proprio quest’anno, è intervenuto con il Jobs act, che riduce il peso dell’Irap (per la parte che riguarda il lavoro). Ciò significa che le entrate della Regione calcolate sull’Irap sono sbagliate e vanno riscritte al ribasso. Per non parlare delle entrate Irpef, che andranno abbassate perché l’economia siciliana è sostanzialmente bloccata (crisi economica accentuata dalla mancanza di liquidità della stessa Regione).
Questo spiega perché alcuni osservatori e tanti parlamentari dell’Ars non considerano la relazione di accompagnamento al disegno di legge sul mutuo da 2 miliardi di euro una relazione tecnica: non tanto e non soltanto perché manca il calcolo dell’ammortamento, ma anche perché alcuni indicatori vengono letti in chiave fin troppo ottimistica.
Dice Franco Piro, ex assessore regionale al Bilancio della Regione ed esponente storico della sinistra siciliana e grande conoscitore dei conti regionali: «La Regione sconta un grave problema di cassa. L’indebitamento della Regione verso il sistema sanitario siciliano, oggi, potrebbe sfiorare i 5 miliardi di euro. Non lo dico io: parlano i dati forniti dal Governo e gli altri numeri. Fino al 2011 – e questo l’ha detto il Governo Crocetta – c’è un indebitamento di 2 miliardi di euro. A questi si aggiungono i debiti del 2012 e del 2013. Che, in una previsione ottimistica, non dovrebbero essere inferiori a 3 miliardi di euro».
«Sommati ai 2 miliardi di euro di debiti che arrivano fino al 2011 – precisa Piro – arriviamo a 5 miliardi di euro di indebitamento. E non sappiamo nulla del 2014. Insomma, la cifra potrebbe essere maggiore di 5 miliardi di euro».
In tutto questo, come già anticipato dal nostro giornale, il Governo ha silurato il Ragioniere generale della Regione, Mariano «Mario» Pisciotta, sostituendolo con Giovanni Bologna, chiamato a gestire un difficile interim. Piaccia o no, Pisciotta è ormai la memoria storica del Bilancio regionale. Senza di lui non sarà facile mettere su un progetto di Bilancio regionale preventivo 2015.
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