Un risultato difficile da digerire, anche perché per la prima volta un presidente della Regione è arrivato ultimo nella corsa tra i grandi elettori, ossia coloro che andranno a votare il presidente della Repubblica. Nello Musumeci è stato preceduto dal capogruppo del Movimento 5 stelle Nuccio Di Paola – 32 voti – e dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana e commissario di Forza Italia Gianfranco Miccichè con 44 consensi. Il leader di Diventerà Bellissima si ferma a quota 29. Numeri che sono la cartina al tornasole di una maggioranza che si è sfaldata e che, adesso, dovrà essere ricomposta. Intanto Musumeci, secondo quanto raccolto tra i corridoi di palazzo dei Normanni da MeridioNews, starebbe valutando la possibilità di lasciare anzitempo l’incarico di presidente. Una mossa clamorosa, forse un provocazione?
Adesso è la maggioranza e i partiti che la compongono che devono tentare di dissuadere Musumeci dal rassegnare le dimissioni. Una maggioranza che tuttavia non ha sostenuto il presidente in Aula, con una sconfitta che appare ancora più pesante se si pensa che, numeri alla mano, i franchi tiratori che hanno votato Di Paola provengono sicuramente da più schieramenti delle forze di governo. Non si può dunque parlare di uno sgambetto ad opera di un solo gruppo parlamentare. Tra coloro che in questi minuti stanno ragionando con Musumeci c’è l’assessore Toto Cordaro.
«Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso e del suo significato politico. Se qualche deputato, vile e pavido, si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere – spiega Musumeci – Perché il voto di questo pomeriggio, per la gravità del contesto generale, costituisce solo una offesa alle istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime ventiquattr’ore».
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