Mussomeli, decine di belgi per acquistare le case a un euro Sindaco: «Così ripopoliamo il paese e rilanciamo l’economia»

Si chiama Sofiane ed è uno dei numerosi acquirenti stranieri che ha preso casa a Mussomeli. Il giovane belga nei giorni scorsi è sceso in Sicilia, insieme a una settantina di connazionali, per accertarsi delle reali condizioni degli immobili, ricadenti nel territorio del piccolo centro nisseno, messi in vendita a un euro. Adesso, dopo l’acquisto, non vede l’ora che i lavori di ristrutturazione vengano terminati per abitarci durante le vacanze estive. Una decisione presa dopo che la tv nazionale belga ha mandato in onda un reportage sulla vendita di vecchie case a un prezzo simbolico.

«Subito dopo il servizio televisivo – racconta l’assessore all’Urbanistica e promotore dell’iniziativa Toti Nigrelli i telefoni del comune sono impazziti. Sul sito www.case1euro.it, dove è possibile visionare georeferenziazione, tipologia e caratteristiche degli immobili, sono arrivate centinaia di richieste». Nei giorni scorsi, grazie a questo progetto che permette ai proprietari di cedere a un euro o di più a secondo del valore la propria abitazione a terzi, sono stati chiusi «almeno una ventina di compromessi. Tra loro privati e anche imprenditori interessati dalla possibilità di realizzare strutture turistiche». La giovane Susanna, manager belga nel settore delle comunicazioni, è una di loro. Ha firmato un compromesso per una decina di case che vorrebbe trasformare in un albergo. Un’idea imprenditoriale vantaggiosa dato che ogni anno, spiega Nigrelli, «almeno 50mila turisti arrivano a Mussomeli per visitare il Castello Manfredonico, ma purtroppo disponiamo di pochi hotel».

A fare da intermediario tra il Comune di Mussomeli e la tv estera, e da interprete nella conclusione della transizioni, è stato il 32enne italo-belga Flavio Cioffi, immigrato di terza generazione. «Mia nonna materna era di Torre Faro, in provincia di Messina. Ma, dopo la guerra, emigrò con mio nonno in Belgio per lavorare nelle miniere», racconta. Da sempre innamorato della Sicilia, sposa una donna originaria di Acquaviva Platani e quattro anni fa decide di prendere casa proprio lì. «Ci torno ogni due mesi per una settimana e durante le vacanze estive», dice. La prima volta che arrivò ad Acquaviva fu amore a prima vista. «Era agosto e c’erano numerose feste di paese. Fu lì che vidi ballare la tarantella che conoscevo dai racconti dei miei nonni. Da quel giorno, scoprii che la Sicilia dell’entroterra era quella più autentica, dove si tramandano ancora antiche tradizioni».

All’inizio i belgi erano parecchio diffidenti sulla possibilità di acquistare case ad appena un euro. «Molti temevano che si trattasse di una truffa ma poi – continua Cioffi – in questi giorni, hanno dovuto ricredersi. Una donna, subito dopo l’acquisto, si è persino messa a piangere». Ma il paese di Mussomeli non ha smesso di sorprendere i visitatori belgi. «Molti miei connazionali – confessa Cioffi – sono rimasti stupiti non solo dalle bellezze paesaggistiche e architettoniche ma, soprattutto, dalla calorosa ospitalità che hanno ricevuto dagli abitanti con i quali hanno condiviso un caffè, un piatto di pasta e anche serate in piazza. Vedere come i miei concittadini amano questa terra mi rende felice. È un bellissimo esempio di integrazione».

«È una vendita reale, non è nel nostro interesse speculare sui compratori. Il notaio non può procedere con gli atti se non c’è regolarità urbanistica. Stiamo operando nella piena legalità e con il consenso delle istituzioni». Con queste parole Carlo Favata, collaboratore presso lo studio notarile di Mussomeli, spiega quanto sta accadendo. «Si tratta – interviene il primo cittadino Giuseppe Catania – di un progetto partito ad aprile dello scorso anno con un convegno di tre giorni incentrato sullo spopolamento e la riqualificazione del centro storico di Mussomeli completamente abbandonato». La conferenza è servita per pianificare una strategia orientata su due interventi. «Il primo – continua Catania – è incentrato sulla progettazion degli edifici pubblici con fondi comunitari, il secondo su attrazioni di capitali italiani ed esteri per le abitazioni private. Successivamente – aggiunge il sindaco – abbiamo attivato convenzioni con la Sovrintendenza e avviato un’azione promozionale che ha già fruttato un investimento con un imprenditore lucano per l’acquisto di dodici immobili per la realizzazione di una struttura ricettiva a quaranta posti, oltre ai compromessi con i nuovi acquirenti belgi».

L’obiettivo del progetto case a un euro è chiaro e duplice. «Da un lato puntiamo alla messa in sicurezza, ripopolamento e riqualificazione del centro storico, dall’altro miriamo a mettere in moto l’economia locale facendo ripartire l’edilizia, dato che il regolamento impone ai nuovi proprietari di ristrutturare gli immobili», spiega Catania. Un’iniziativa che ha riscosso enorme successo. «Tra pochi giorni arriveranno altri 76 belgi e nella prima settimana di dicembre ne aspettiamo ulteriori 60». 

Concetta Purrazza

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