La foto di Benito Mussolini usata come immagine del profilo Facebook. A farlo non è un cittadino qualunque, ma il consigliere del Comune di Catania Manlio Messina, che lo scorso 17 gennaio ha sostituito, per qualche giorno, la sua fotografia con quella del dittatore e alleato di Adolf Hitler, ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945. «Per protesta contro la proposta di legge di arrestare chi vende souvenir legati al fascismo», spiega il neo-esponente di Fratelli d’Italia a Palazzo degli elefanti. Facendo riferimento alla proposta del deputato del Partito democratico Emanuele Fiano di equiparare la vendita di gadget che raffigurano il duce all’apologia del fascismo. «Non vi sembra preoccupante e di cattivo gusto che un consigliere comunale usi come immagine del profilo il volto di Mussolini?», domandano i gestori della pagina Catania antifascista, che chiedono le dimissioni di Messina dal senato cittadino.
«Un consigliere comunale, oltre a rappresentare le cittadine e i cittadini nelle istituzioni – continua la pagina antifascista etnea – non dovrebbe essere garante delle regole democratiche che la Resistenza ci ha consegnato con tanti sforzi e tante vittime? Per quanto ancora dobbiamo sopportare questo strisciante revisionismo che riabilita il fascismo, il duce e il peggior ventennio della storia di questo Paese?». Una domanda alla quale risponde Domenico Stimolo, per diversi anni responsabile organizzativo dell’Associazione nazionale partigiani italiani di Catania: «Sono cose che non dovrebbero neanche accadere – interviene Stimolo – Ma forse questo signore non ha notizia dei morti provocati dal nazifascismo. E si dà per scontato che nel momento del suo insediamento abbia giurato sulla Costituzione, nata dalla sconfitta di quelle posizioni».
Ma Messina non sembra essere d’accordo. E al commento che, sotto la sua foto di Mussolini, recita: «Muoiono gli uomini, non le idee» risponde con un «Mi piace». «Se si fosse trattato di un cittadino incrociato in mezzo alla strada avrei bollato un fatto del genere come una inaccettabile bizzarria», prosegue il referente dell’Anpi. Ma, invece, si tratta di un esponente delle istituzioni: «Ha fatto il suo giuramento sulle ceneri di quel regime dittatoriale, qualcuno glielo ricordi». «Il consigliere Messina si vergogni per la mancanza di rispetto che mostra verso le istituzioni democratiche – aggiungono gli amministratori della pagina Catania antifascista – E se proprio di esse non ha considerazione si dimetta subito dal suo ruolo istituzionale. C’è sempre tempo per studiare la storia, se vuole può ancora rimettersi in discussione».
«Una cosa di questo genere è fuori dal mondo, da far restare allibiti», commenta Rosario Mangiameli, docente di Storia contemporanea al dipartimento di Scienze politiche dell’università di Catania. «Non entro nel merito perché non conosco il consigliere Messina – dice l’esperto di storia dell’Italia contemporanea – Ma quel che è certo è che riferirsi al fascismo e a Mussolini è riferirsi a un periodo molto triste della nostra storia. Fascismo per il mezzogiorno significa politiche anti meridionaliste; in generale significa sopraffazione, leggi razziali, intolleranza, discriminazione della donna e di altre fasce deboli e infine la guerra, il massacro degli oppositori e degli ebrei. Come ci si può rifare a tutto questo? Che idea ha della società attuale uno che mette la foto di Mussolini? Fino a prova contraria, la nostra Costituzione è ancora in vigore. Ed esiste un reato che si chiama apologia del fascismo».
«Il fascismo è parte della storia italiana e non può essere cancellato. Purtroppo o per fortuna», afferma Manlio Messina. Che conferma di aver cambiato personalmente l’immagine del profilo per protesta contro la proposta di legge targata Pd. «Una cosa ridicola», dice. La sua posizione su Benito Mussolini? «È la posizione di tutti quelli che vengono dal Movimento sociale italiano, è un personaggio di valore che si è fatto prendere la mano da Hitler ed è confluito in un sistema negativo». Ma a chi gli ricorda che la Costituzione è, per sua stessa natura, antifascista replica: «La Costituzione può essere antifascista quanto vuole».
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