La succursale del Museo egizio di Torino a Catania. Un’idea, per il momento basata su colloqui informali tra la fondazione che gestisce l’esposizione e il Comune etneo, che già suscita un vespaio di polemiche e prese di posizione. Il progetto, o per utilizzare le parole del sindaco di Catania Enzo Bianco che l’ha definito «un sogno bellissimo», sembra non riscuotere tanti consensi all’ombra della Mole Antonelliana. Il primo a dire la sua è stato Fabrizio Ricca, consigliere comunale di Torino e capogruppo della Lega Nord. «L’idea di fare un’esposizione permanente così lontano dalla nostra città è totalmente sbagliata», spiega a MeridioNews. Il problema per il rappresentante leghista non è però legato allo storico contendere, più volte oggetto di aspre polemiche, tra i politici padani e il Meridione: «Non sono contro la Sicilia, direi lo stesso per New York o Londra».
La proposta avanzata da Bianco, che prevederebbe l’esposizione di alcuni pezzi della collezione in un piano del convento di via Crociferi, potrebbe ottenere l’ok politico del partito di Matteo Salvini soltanto se sottoposta a una rivisitazione: «Siamo sicuramente favorevoli a delle mostre itineranti che facciano conoscere fuori dalla città di Torino i pezzi del Museo egizio, ma in questo caso si vuole portare avanti una mostra permanente e non siamo favorevoli». Nell’atto d’accusa del consigliere piemontese finisce anche l’amministrazione di Piero Fassino: «Al nostro sindaco piace tanto chiacchierare. Si sbandierano risultati e lavoro per il settore turistico e poi si vogliono fare operazioni del genere».
Tra i nodi della vicenda, che potrebbero portare alla creazione della succursale etnea del museo e che pare abbiano dato il via ai colloqui informali, ci sono numerosi reperti archeologici conservati in alcuni magazzini in via Accademia Albertina. Pezzi unici ma non esposti che il leghista Ricca vorrebbe ammirare sì, ma a Torino: «Se sono stati davvero tenuti in magazzino chi amministra il museo dovrebbe andare semplicemente a zappare la terra, anche se poi arrivano precisazioni che sottolineano come il problema non sia legato agli spazi. E allora? – si chiede il capogruppo – Che espongano tutto, se ci sono i locali usiamoli».
Poca solidità anche per il paragone tra l’asse Torino-Catania e quello tra Louvre e Lens. Il celebre museo d’arte parigino che nel 2012 ha deciso di aprire una sua esposizione distaccata e permanente nella cittadina nel nord della Francia, a circa 200 chilometri dalla capitale: «Sono due realtà vicine tra di loro. Nel nostro caso parliamo di una distanza con non è nemmeno paragonabile», conclude Ricca. Il consigliere ha già predisposto un question time in consiglio per avere lumi sulla vicenda e annuncia un sit-in di protesta davanti il museo egizio per la giornata di sabato. Chi parteciperà? «Non solo noi della Lega, ma anche il Movimento 5 stelle, il Nuovo centro destra e altre realtà territoriali».
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