Musei e siti archeologici a rischio chiusura a dicembre Sindacato: «Il personale ha già superato il monte ore»

Il prossimo natale turisti e semplici appassionati d’arte potrebbero trovare sotto l’albero un regalo indesiderato. A dicembre, infatti, si rischia la chiusura al pubblico di musei, gallerie d’arte, aree archeologiche e biblioteche della Regione. Il personale impiegato nei compiti di vigilanza, custodia e fruizione delle strutture ha esaurito il numero di turni previsto da una direttiva europea. Circa 80 poli culturali, tra cui La Zisa, Piazza Armerina e l’area archeologica di Selinunte, tra poco più di un mese potrebbero chiudere i cancelli, proprio in contemporanea all’inizio del periodo natalizio.

A lanciare l’allarme è il Sindacato autonomo dipendenti regione siciliana. «È stato abbondantemente superato – spiega Giuseppe Salerno – un terzo dei turni previsti dal contratto di lavoro, grazie anche a un accordo dipartimentale. Ben 450 dipendenti si trovano in questa situazione. Adesso è tutto nelle volontà di ogni singolo lavoratore che ha già sacrificato tante domeniche e giorni festivi, sottoponendosi a orari impegnativi per garantire la corretta fruizione delle strutture».

Ma il problema non riguarda soltanto la fruizione al pubblico. «A rischio – precisa Salerno – c’è anche la vigilanza che solitamente si espleta in tre turni fino alla notte. In questo caso scontiamo un sottodimensionamento a causa di una mancata programmazione. A Selinunte, ad esempio, per sopperire alle mancanze gli addetti all’area amministrativa spesso vengono impiegati anche nell’area tecnica».

Come se non bastasse, si registrano criticità anche nel pagamento degli stipendi. «Lo straordinario del 2016 – continua Salerno – a molti non è stato corrisposto, così come il salario accessorio. È facile immaginare con quale stato d’animo si va a lavorare. Abbiamo chiesto al dipartimento regionale Beni culturali di farsi carico del pagamento delle spettanze dell’anno 2017, relative alla indennità di turnazione e di tutela e vigilanza». Agli uffici regionali ci si aspetta quantomeno che si mettano in atto le azioni necessarie per potere «pagare almeno i primi tre trimestri del 2017, per evitare quanto verificatosi quest’anno, dove i ritardi sono arrivati oltre i 18 mesi. Attendiamo risposte – conclude Salerno -. L’idea dello sciopero al momento non la prendiamo in considerazione: sarebbe controproducente. L’amministrazione ha un budget che potrebbe utilizzare quantomeno per le prestazioni di lavoro straordinario».

MeridioNews ha provato a contattare gli uffici regionali competenti per una replica, senza tuttavia ottenere risposte.

Andrea Castorina

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