Musei e parchi archeologici, in Sicilia apertura rinviata Tra cantieri e piani di sicurezza, siti non ancora pronti

Nessuna apertura. Domani in Sicilia musei, siti culturali e parchi archeologici rimarranno chiusi. E lo saranno ancora in larga parte per diverse settimane. All’appuntamento della riapertura del 18 maggio nessuno è arrivato pronto. Vuoi perché le linee guida sono state definite solo venerdì dal ministero dei Beni culturali, dopo un iniziale documento di fine aprile del comitato tecnico scientifico. Vuoi perché nei siti che si annunciavano pronti a riaprire, come Taormina, ci sono cantieri in corso. Risultato? I pochi turisti (fino al 2 giugno solo siciliani) e chi volesse semplicemente mettersi alle spalle due mesi di quarantena con una immersione culturale dovranno ancora pazientare.

I primi a poter entrare nella Fase 3 sarebbero dovuti essere i parchi archeologici che godono di una reale autonomia finanziaria. Al momento in Sicilia sono solo tre: Valle dei Templi, Taormina-Naxos e Selinunte. E se ad Agrigento non si è fatto in tempo a mettere in campo tutti gli accorgimenti necessari e a munirsi di mascherine, guanti e gel igienizzante, a Taormina e Selinunte sono i cantieri in corso a impedire la riapertura. Più lungo, almeno un mese, il tempo necessario al parco archeologico del Trapanese. Dovrebbero bastare una decina di giorni invece al teatro antico di Taormina, dove, in collaborazione con il concessionario Aditus, sono in corso lavori e adeguamenti alle misure di sicurezza, come i tornelli all’ingresso. Proprio Taormina dovrebbe essere comunque il primo sito culturale siciliano a ripartire. A rallentare sarebbero stati dei problemi nella posa dei cavi ottici nel cantiere proprio all’ingresso.

«I parchi archeologici – spiega il dirigente generale del dipartimento Beni culturali, Sergio Alessandro – saranno i primi a riaprire, perché visti gli ampi spazi sarà più semplice mettere in campo tutte le disposizioni previste. Ma questa data va spostata tra fine maggio e inizio giugno. Per gli altri siti culturali non è un problema di autonomia finanziaria, ma tecnico. Serve tempo per aggiornare i piani di sicurezza per visitatori e lavoratori. Ma stiamo lavorando».

Venerdì scorso il ministero ha diramato delle nuove linee guida, figlie del confronto con il comitato tecnico scientifico e i sindacati. «Dal punto di vista della sostenibilità – scrive il ministero – le riaperture dei musei vanno differenziate rispetto alla tipologia (sito all’aperto, sito in locali confinati, sito ibrido), alle dimensioni e alla concentrazione dei flussi di visitatori». Si raccomanda l’obbligo di indossare mascherine e guanti fino al termine della visita o del proprio orario di lavoro; presenza obbligatoria di dispenser e segnaletica sulla loro collocazione; progressivo allestimento di pannelli in plexiglass per garantire il rispetto del distanziamento sociale nella suddivisione degli spazi di lavoro all’interno degli ambienti comuni; ingressi contingentati nella quantità e nella frequenza, meglio se su prenotazione; uscite scaglionate nel tempo per evitare la sovrapposizione con i flussi in entrata; progressivo allestimento di percorsi di visita specifici sia rispetto a temi contenutistici sia rispetto alle dimensioni del sito. 

E ancora: spazi di ristoro e commerciali dedicati al merchandising, vendita libri, vanno contingentati in analogia alle regole generali previste per il commercio; limitare l’utilizzo di touch screen e di pagamenti in contanti; evitare file alle biglietterie incentivando I’acquisto di biglietti tramite app e siti web; soprattutto in una prima fase non si raccomanda I’utilizzo di audioguide e comunque qualora utilizzate vanno sanificate a ogni utente.

Particolare attenzione è posta sui siti con più di 100mila visitatori l’anno. Un’asticella che in Sicilia è superata dalla Valle dei Templi, il teatro di Taormina, Selinunte e Segesta, Villa del Casale, Teatro di Siracusa e Duomo di Monreale. In questi casi si sottolinea come sia necessario affrontare insieme alle istituzioni locali un piano di mobilità che eviti quanto più possibile assembramenti. 

Salvo Catalano

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