«Non si può immaginare una città militarizzata e con telecamere di sorveglianza ovunque. Non è giusto. Anche in questo caso, basterebbe la collaborazione dei cittadini: la circonvallazione è trafficata, c’è certamente qualcuno che ha visto lo sfregio mentre stava avvenendo, però non è ancora andato a denunciare». Quando all’assessore al Decoro urbano Salvo Di Salvo si chiede se ci sia modo di risalire a chi ha rovinato il murales di Peppino Impastato in viale Ulisse lui spiega che non ci sono immagini. Sotto al ponte della circonvallazione, né nelle sue vicinanze, ci sono sistemi di videoripresa che possano avere immortalato chi, con una bomboletta spray di colore verde, tra giovedì notte e venerdì ha scritto «No dittatura, no 12 vaccini» sul dipinto antimafia.
C’è però una coincidenza che a qualcuno fa storcere il naso: «Sempre in quei giorni – continua Di Salvo – nella vicina piazzetta di Ognina sono state vandalizzate le panchine. Ma anche in quel caso, nessuno ha visto niente. Com’è possibile?». I sedili di marmo sono stati rimessi a posto e domani pomeriggio, a partire dalle 15, cominceranno i lavori per rimettere a nuovo anche il murales di Peppino Impastato. «Noi saremo lì già da quell’ora a ripassare il bianco e a preparare tutto affinché i passanti possano poggiare di nuovo le loro mani», spiega Riccardo Foti, studente 19enne e tra i promotori del progetto quando è stato realizzato, dopo una scia di polemiche, nel 2015. «Abbiamo accordato subito il permesso al ripristino – garantisce l’assessore al Decoro urbano – Così tornerà tutto come era prima».
Quando è apparso il messaggio antivaccinista in una parte dell’opera dedicata al giornalista e militante ucciso dalla mafia, era stato lo stesso Foti a commentare: «Quest’opera non trova pace». Il motivo di un simile scoramento è da individuarsi nella storia del disegno: proposto dal club service Interact Catania ovest e dall’associazione studentesca Atlas, l’idea era di farlo sul muro esterno del liceo scientifico Galileo Galilei. Dopo una polemica con la preside e la deriva nazionale presa dal caso, si era deciso di realizzare il disegno su una parete messa a disposizione dal Comune di Catania. A prestare la sua arte per il progetto è il giovane Vincenzo Magno, street artist etneo che studia Belle arti a Milano. E che, mentre si trova sotto al cavalcavia a disegnare il volto di Impastato, viene aggredito da un cittadino catanese che, probabilmente, lo scambia per un vandalo. Dopo quel momento, sembrava che le vicissitudini fossero terminate. Due anni dopo, però, è sempre quel muro a fare parlare di sé. Stavolta perché scelto per mandare un messaggio di opposizione al decreto legge che porta a 12 le vaccinazioni obbligatorie per bambini e ragazzi fino ai 16 anni.
Ora c’è da rifare almeno la parte inferiore del murales, cioè quella su cui erano state impresse le mani degli studenti catanesi e su cui adesso fa mostra di sé la frase diretta alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Sparirà domani, quando i ragazzi che lo hanno realizzato riprenderanno in mano pennelli e vernice. «Noi ci saremo», spiega l’assessore Di Salvo. A costo zero per le casse di Palazzo degli elefanti. «I soldi li vogliono mettere loro delle associazioni», precisa. «Se ci avessero detto che volevano contribuire non avremmo rifiutato – ride Foti – In ogni caso non importa, lo faremo noi e va bene così. Ci stiamo attrezzando per trovare un modo per permettere ai passanti di ripulirsi le mani dopo che avranno messo la loro impronta di vernice». La coincidenza temporale con l’appuntamento del Lungomare liberato, poi, si rivela fortunata: «Così magari chi vuole andare può prima passare dal ponte a dare il suo contributo, speriamo siano in tanti».
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