Dovrà rimanere in carcere almeno venti giorni. È questa la sorte toccata a Turi Vaccaro, il noto pacifista impegnato da anni nelle proteste contro il Muos. A stabilirlo è stato il Tribunale di Gela che ha confermato l’arresto avvenuto due giorni fa, in occasione dell’accensione delle parabole all’interno del base militare di Niscemi, nell’ambito delle misurazioni disposte dal Consiglio di giustizia amministrativa.
Vaccaro – che è accusato di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e violazione del divieto di dimora – dovrà rimanere in cella fino all’1 aprile, giorno in cui è prevista la nuova udienza. «Turi resta in carcere. Si è appena conclusa l’udienza del processo contro il pacifista. Sono stati ascoltati due poliziotti che hanno fornito la loro versione dei fatti», scrivono gli attivisti No Muos su Facebook. Che sottolineano, poi, quello che ritengono un paradosso: «Lo Stato si autoassolve per aver difeso un’opera abusiva e illegittima, ma reprime le azioni del non violento».
Mercoledì scorso, il pacifista è stato prelevato da una volante della polizia davanti al sito di contrada Ulmo. Nell’azione di resistenza, Vaccaro con un calcio ha rotto il finestrino dell’automobile. Nei mesi scorsi, l’attivista era riuscito a introdursi all’interno della base statunitense, scalando una delle tre parabole. Dove era rimasto per quasi 24 ore.
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