«Eravamo sulla collina che domina il Muos, intorno alle 9 del mattino, per fare qualche ripresa di copertura. Ma ci siamo resi conto che c’erano degli operai a lavoro». A raccontarlo è Manolo Luppichini, giornalista freelance e regista, che da circa una settimana si trova a Niscemi per documentare la protesta contro la costruzione del mega impianto di antenne dell’esercito degli Stati uniti d’America. Nel video-documento girato insieme al suo staff è ben visibile come i lavori alla struttura proseguano nonostante la revoca definitiva delle autorizzazioni arrivata una settimana fa dalla Regione Sicilia. E l’accordo con il governo nazionale di sottomettere ogni decisione sul futuro dell’impianto al risultato di nuove analisi sul suo impatto ambientale. Una circostanza che comunque non stupisce gli attivisti No Muos, già scettici nei confronti degli interventi del governatore regionale Rosario Crocetta.
Video pubblicato per gentile concessione di Manolo Luppichini
«Avevamo già notato un convoglio che tutte le mattine entra nella zona, ma questa volta siamo rimasti a bocca aperta – continua Luppichini – Abbiamo visto degli operai che stendevano cavi, accedendo a una botola sotto i grandi dischi poggianti sul terreno. Abbiamo ripreso la scena per circa mezzora». Luppichini, già autore del documentario Fratelli di Tav che racconta dei presidi e della lotta degli attivisti in Val Di Susa, contro la costruzione della linea ferrata veloce tra Torino e Lione, si dice «sconvolto per il mancato rispetto da parte degli Usa della revoca delle autorizzazioni disposto dalla regione Sicilia».
Una circostanza che, invece, non pare destare stupore tra gli attivisti in presidio in contrada Ulmo, proprio accanto alla base Usa. «Diciamo la verità, non pensavamo che una semplice revoca potesse bloccare del tutto i lavori. Di certo non ci aspettavamo questa faccia tosta di proseguire in modo subdolo subito dopo la manifestazione», dichiara l’attivista Fabio D’Alessandro, riferendosi al grande corteo di sabato 30 marzo. Appresa la notizia, i membri del comitato No Muos si sono subito riuniti in assemblea. «Stiamo discutendo se fare una azione legale e, certamente, faremo un esposto alla procura della repubblica di Caltagirone, documentando la violazione del divieto con il video» spiega D’Alessandro. «Non sta a noi stabilire se ci sia stato o meno un illecito, lo farà la procura. Ma, secondo i legali che abbiamo consultato, potrebbero esserci tutti gli estremi», conclude.
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