COSA NASCONDE LO SCARICABARILE TRA ROMA E PALERMO SUL CASO DELLE ANTENNE SATELLITARI USA A NISCEMI?
Non è passata inosservata la bomba che il Ministro della Difesa, Mario Mauro, ha sganciato su Palazzo d’Orléans. In visita a Palermo, nei giorni scorsi, l’esponente del Governo Letta, con un candore degno di Heidi, a chi gli chiedeva del Muos di Niscemi, ha risposto che lui non c’entra nulla. Che la responsabilità è della Regione e, che questa, ha già deciso (qui l’articolo con le sue parole).
La dichiarazione di Mauro è arrivata come una doccia fredda sul Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Il tentativo cioè, da parte del Ministro, di scaricare solo su di lui un tale peso, è stato avvertito come uno sgambetto tremendo. Cosa c’è dietro una tale dichiarazione? E’ evidente, infatti, che le responsabilità di tutta questa brutta storia sono ampiamente condivise dai Governi nazionali e da quelli regionali, compresi quelli attuali. E allora cosa spinge un Ministro a dire una cosa del genere?
Una ipotesi è quella secondo cui, sia a Roma che a Palermo, stiano cominciando a capire che la questione Muos sta diventando molto più seria di quanto avessero pensato. Non solo per la protesta che non si è mai spenta, ma anche per i risvolti giudiziari che l’intera vicenda potrebbe avere. Al di là delle manifestazioni, infatti, il mondo No Muos, si è mosso per le vie legali. Ci sono ricorsi al Tar che contestano la regolarità delle autorizzazioni, querele sull’approssimazione degli studi che hanno escluso rischi sanitari e ambientali, fiori di scienziati pronti a dimostrare gli effetti nefasti dell’elettromagnetismo, e costituzionalisti pronti a sostenere che la procedura che ha dato il via all’impianto è del tutto in contrasto con il nostro ordinamento (manca la ratifica del Parlamento).
Insomma, dalle parti di Palazzo Chigi e dalle parti di Palazzo d’Orléans, forse, si comincia a temere per eventuali accertamenti sulle responsabilità pubbliche di scelte del tutto discutibili. Da qui lo scaricabarile.
In ogni caso, lo sgambetto non è sfuggito a Crocetta, che a quanto si apprende, ha preso carta e penna e ha scritto al Ministro per chiedergli conto e ragione delle sue dichiarazioni. E, prevedibilmente, gli ricambia il favore:
“Le sue affermazioni sono in contrasto pieno con la lettera che ella, alla vigilia della revoca per il parere di valutazione ambientale negativo che la Regione aveva richiesto – scrive Crocetta nella missiva – mi ha inviato, con la quale espressamente affermava che il Muos e’ opera di interesse strategico nazionale e contrasta ulteriormente con gli atti formali del suo ministero che si e’ costituito parte civile nei confronti persino della Regione siciliana, per rivendicare indennizzi milionari a causa dell’interruzione dei lavori a partire”.
“Se le sue parole dovessero essere corrispondenti alla posizione ufficiale del suo dicastero – prosegue Crocetta – la invitiamo a inviare proposta ufficiale con la quale dichiara di competenza esclusiva della Regione siciliana l’istallazione Muos di Niscemi, il ritiro di tutti i procedimenti pendenti avviati dai vari tribunali siciliani di opposizione al Muos e la rinuncia a ogni risarcimento danni in caso di revoca da parte della Regione per l’installazione del Muos”.
Aggiornamento delle 20.40
Il Ministro Mauro riapre il giro di valzer con una replica alla replica diffusa in serata: “In risposta ad una lettera inviata dal Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, il cui contenuto e’ stato reso noto oggi da alcune agenzie di stampa, il Ministro della Difesa, Mario Mauro, precisa che le dichiarazioni da lui rilasciate qualche giorno fa a Palermo, circa la competenza della Regione Sicilia a decidere sulla questione del Muos, si riferivano: “Alla ovvia decisione del Presidente della Regione di eliminare le revoche a seguito dell’esito dello studio dell’Istituto Superiore della Sanita’, organo terzo tra le parti e per il quale la Difesa non ha fatto altro che fornire dati ed elementi tecnici”.
Ora la ‘colpa’ sembra dell’Istituto Superiore di Sanità… Altro giro, altra corsa.
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