Muos, indagate due mamme per i blocchi Sabato prossimo manifestazione nazionale

Manca una settimana alla grande manifestazione nazionale contro il Muos di Niscemi. E la distanza che separa i comitati dalle istituzioni aumenta. Interviene per la prima volta la Procura di Caltagirone sui blocchi che in queste settimane sono continuati davanti alla base militare americana dove dovrebbe sorgere l’impianto di antenne satellitari. I magistrati hanno indagato due mamme, di 32 e 35 anni, a seguito del blocco dello scorso sei marzo. Secondo l’informativa della Digos di Caltanissetta e della polizia di Niscemi, le donne avrebbero «impedito, con violenza e minaccia l’ingresso nella base, per circa un’ora e mezza, di un pullman dove si trovavano militari della marina americana, fra cui l’ammiraglio comandante della zona Sud Europa di stanza a Napoli, opponendo resistenza alle forze di polizia intervenute per garantire la libertà di accesso alla struttura e insultando gli operatori con frasi offensive».

La Procura sottolinea come «le forze di polizia sono preposte a garantire la libertà di tutti i soggetti interessati: sia la libertà di manifestazione del pensiero dei cittadini, sia il movimento e l’agibilità completa della base militare e dei componenti delle forze armate Nato nei delicati compiti istituzionali loro demandati, nonchè degli eventuali soggetti privati e pubblici incaricati della manutenzione o dell’esecuzione di lavori nella struttura». Anche stamattina le mamme e gli attivisti hanno provato a impedire il passaggio di due mezzi, ma non ci sono riusciti. «Volevamo vedere cosa stava passando, che materiale c’era – spiega Concetta Gualato, del comitato Mamme No Muos – ma ci hanno bloccato all’inizio di contrada Ulmo, non ci fanno neanche raggiungere la base». Alcune donne erano già presenti al presidio e raccontano che, oltre ad un camion che trasportava gasolio, sia passato anche un mezzo americano che trasportava il materiale di rivestimento per le basi su cui verranno collocate le grandi parabole. «Era materiale per il Muos, non è vero che i lavori sono fermi, ci stanno prendendo in giro», denuncia Laura Disca, del comitato mamme.

E’ saltato dunque l’accordo informale raggiunto nei mesi scorsi tra gli attivisti e le forze dell’ordine di garantire il passaggio dei militari, ma non quello degli operai delle ditte italiane e dei mezzi per il trasporto di carburante e di qualsiasi strumento per il proseguimento dei lavori. Già martedì – spiega il coordinamento regionale dei comitati in una nota – in un incontro alla Prefettura di Caltanissetta, gli attivisti e il sindaco di Niscemi erano stati avvisati che «da parte ministeriale non si sarebbe più tollerato il blocco dei lavori nella base».

Oggi si aggiunge la ferma presa di posizione della Procura che annuncia l’intenzione di «perseguire penalmente, secondo le forme e le modalità stabilite dalle leggi in vigore, violenze e minacce che trasmodino dall’ambito della protesta pacifica e del diritto di critica e di riunione e di manifestazione del pensiero, o che intralcino le libertà di azione delle truppe militari Nato, la funzionalità della Base o che provochino danni materiali agli impianti e alle installazioni militari». E’ il secondo intervento dei magistrati calatini sulla questione Muos. Il primo era stato proprio la mattina dell’altra grande manifestazione organizzata dagli attivisti, lo scorso 6 ottobre. In quel caso si era trattato del sequestro del cantiere per violazione delle leggi ambientali, poi dissequestrato qualche settimana dopo. «Stanno cercando in tutti i modi di intimidirci», replicano gli attivisti.

Sabato prossimo sono attese a Niscemi migliaia di persone. Da tutta la Sicilia, ma anche dal resto d’Italia, i comitati stanno organizzando pullman per partecipare alla manifestazione nazionale. L’appuntamento è alle 14.30 sulla strada provinciale che collega Niscemi e Caltagirone all’altezza di contrada Apa. Da lì il corteo sfilerà per circa cinque chilometri fino all’ingresso principale della base americana.

L’Osservatorio dei diritti di Catania, formato da un pool di avvocati che operano nel campo dei diritti umani, seguirà come osservatore la manifestazione di giorno 30, inviando i propri legali. «Tutti gli avvocati siciliani che volessero aderire a questa iniziativa possono mandare una mail al profilo Facebook Avvocati liberi, per tutte le delucidazioni», comunica l’Osservatorio.

Nel frattempo, sul lato giuridico, la Presidenza della Regione Sicilia lo scorso 27 febbraio si è costituita dinnanzi al Tar di Palermo a supporto delle richieste del Comune di Niscemi che, ormai due anni fa, ha presentato ricorso per chiedere la revoca delle autorizzazioni del Muos. Un cortocircuito vero e proprio, visto che quelle autorizzazioni sono state concesse dalla Regione, in particolare dall’assessorato all’Ambiente e dall’Arpa Sicilia. «Roba da non crederci, la Regione si costituisce contro se stessa – denuncia Angelo Dimarca, di Legambiente Sicilia – Basterebbe revocare o annullare i suddetti provvedimenti ed il ricorso decadrebbe. La Regione chiede al Tar di dichiarare illegittimi provvedimenti che potrebbero essere revocati dalla dirigenza regionale che li ha emessi o annullati dal presidente Crocetta».

Novità infine sul fronte delle nuove analisi delle onde elettroagnetiche. Nella cabina di regia che se ne occuperà, insieme all‘Istituto superiore di sanità, come anticipato nell’incontro tra governo regionale e nazionale, ci saranno l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, l’Istituto superiore della ricerca e protezione ambientale e Massimo Zucchetti, docente del Politecnico di Torino e consulente del Comune di Niscemi. Quest’ultimo – comunica il Movimento cinque stelle – è stato proposto dal presidente della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino che, ieri, insieme al vicepresidente dell’assemblea regionale, Antonio Venturino, pure lui grillino,  ieri ha incontrato il console americano Donald Moore.

[Foto di kanzir]

Salvo Catalano

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