Muos, fisico americano esclude i rischi Ma è uno dei responsabili del progetto

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Caltagirone ha confermato l’arresto dei due attivisti fermati ieri dopo i tafferugli tra un gruppo di No Muos e la polizia. Si tratta di Max Di Dio, 31 anni, e Carmelo Di Modica, 53 anni. Entrambi si trovano attualmente agli arresti domiciliari, accusati di resistenza e aggressione a pubblico ufficiale. A Di Modica, residente a Niscemi con la moglie e i cinque figli, viene contestato anche il reato di danneggiamento aggravato ad un automezzo della polizia. «E’ un uomo particolarmente pacifico – spiega Fabio D’Alessandro, del comitato di Niscemi contro l’impianto di antenne satellitari Usa nel Nisseno – L’hanno preso nel gruppo». Domani verranno processati per direttissima. Un foglio di via è stato recapitato anche al pacifista Turi Vaccaro, che qualche settimana fa era salito su una delle 46 antenne della base statunitense.

Intanto stamattina è arrivato a Niscemi il console americano Donald Moore. Una visita non prevista e i cui contorni rimangono poco chiari. Secondo l’agenzia Ansa, dovrebbe partecipare ad una riunione sull’ordine pubblico alla prefettura di Caltanissetta. Ma dalla segreteria del prefetto smentiscono un vertice sul tema sicurezza, mentre confermano la presenza di Moore per un semplice saluto. Sempre nella giornata di ieri la polizia ha annunciato di aver rinvenuto, nelle vicinanze dei blocchi, chiodi a tre punte e alcune catene. Armi da cui il movimento prende le distanze. «Non ci appartengono», spiegano gli attivisti.

Intanto sull’ultimo numero di Panorama, uscito proprio oggi, viene pubblicata un’intervista a John Oetting, studioso di fisica applicata alla Johns Hopkins University di Baltimora, uno degli atenei più prestigiosi degli Usa. «Un forno a microonde è più pericoloso del Muos – spiega lo scienziato dalle pagine del settimanale della famiglia Berlusconi – Non esiste alcuna evidenza scientifica circa la sua pericolosità, se ci si trova a un chilometro da un’antenna televisiva, ci si espone a emissioni superiori a quelle lungo il recinto della base di Niscemi». Ma il professor Oetting avrebbe più di un conflitto d’interessi sull’argomento Muos. A ricordarlo è Massimo Zucchetti, docente del politecnico di Torino e consulente del Comune di Niscemi. Sul suo blog sul Manifesto, Zucchetti sottolinea che il fisico americano fa parte dell’Apl, l’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University e che contemporaneamente è anche manager di progetto e ingegnere-capo dello sviluppo del sistema Muos. «Il fisico indipendente lavora per il Muos ed è l’autore principale dei rapporti del Apl sul Muos stesso – precisa Zucchetti – Non voglio arrivare a conoscere i flussi di finanziamento che questo progetto produce, da chi arrivano i denari, come vengono spesi, nelle tasche di chi finiscono. Credo però che una piccola ricerchina su Internet, prima di intervistare una persona, sia perlomeno necessaria».

La tensione resta alta anche all’interno del movimento No Muos. Ieri l’agenzia Ansa ha riportato alcune presunte dichiarazioni di Concetta Gualato, del comitato delle mamme, a proposito di «anarchici ed estremisti violenti infilitrati tra gli attivisti». Parole smentite dalla stessa Gualato nel pomeriggio, ma che hanno rischiato di creare divisioni profonde. «Non ho mai usato quei termini – spiega Gualato a Ctzen – e mi viene il dubbio che ci sia qualcuno che agisca per spaccare il movimento. Ieri c’è stata molta violenza da entrambe le parti e noi siamo rimaste impressionate. Non ci piace il modo in cui si stanno portando avanti i blocchi negli ultimi giorni, perché i poliziotti sono costretti a spostare i ragazzi che si fanno male e di conseguenza provano a divincolarsi come possono». Le mamme continuano a partecipare ai blocchi. Tre giorni fa una di loro è anche svenuta, mentre veniva trascinata dalla polizia. «Ma preferiamo altri metodi di resistenza – conclude la portavoce del comitato – non vogliamo il corpo a corpo con la polizia».

Salvo Catalano

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