«Non sappiamo se verrà arrestato, intanto lo stanno portando al commissariato di Niscemi». Turi Cordaro, il pacifista che da tre giorni si trovava su un albero all’interno della base militare Usa, ha deciso di terminare la sua protesta contro la costruzione del Muos. «Ha chiesto di incontrare don Giuseppe Cafà, parroco della chiesa del Sacro Cuore», racconta una degli attivisti, Elvira Cusa. «Hanno parlato e ha deciso di scendere».
Cordaro – che ha condotto la sua protesta senza abiti – era provato dal caldo degli ultimi giorni e dall’impossibilità di bere. Finita l’acqua, come hanno raccontato gli attivisti che si sono raccolti in un presidio a suo sostegno, ha bevuto le sue stesse urine. Una condizione denunciata dai No Muos, che hanno chiesto alle autorità italiane di fare da intermediarie. Il prete ha portato al pacifista acqua e da mangiare, poi Turi Cordaro ha lasciato l’albero sul quale ha vissuto per tre giorni.
Turi Cordaro è destinatario di un divieto di dimora sul territorio niscemese. Dopo un viaggio di 400 chilometri a piedi nudi, ha voluto piazzare dei granelli di sale da lui distillati per protestare contro l’impianto satellitare, sulla cui costruzione pende il sequestro disposto dalla procura di Caltagirone.
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