Muos, domani torna la protesta davanti alla base Sarà la prima manifestazione dopo il dissequestro

A poche decine di metri dal Muos, da quelle antenne contro cui da anni si battono. Gli attivisti di tutta la Sicilia si ritroveranno domani alle 15, davanti alla base militare di contrada Ulmo a Niscemi, per ribadire la propria opposizione al sistema di comunicazione satellitare statunitense. Si tratterà della prima manifestazione dopo la decisione del Tribunale del Riesame di accogliere la richiesta di dissequestro del sito, avanzata dal ministero della Difesa. Decisione su cui adesso dovrà pronunciarsi la Corte di Cassazione.

Il Riesame di fatto ha ridato alla marina militare americana la possibilità di disporre dell’impianto, ma sul reale utilizzo delle tre parabole al momento non ci sono conferme. Anzi, un dettaglio nelle ultime settimane ha amplificato le perplessità: le tre luci azzurre, che lampeggiando segnalerebbero l’entrata in funzione delle antenne, sono state viste sì accese, ma fisse. Un segnale al momento difficile da decifrare per gli stessi attivisti.

In attesa di conoscere il verdetto della Suprema Corte – a tal proposito i legali del movimento hanno presentato una memoria difensiva in seguito alla decisione della Procura di Catania di ricorrere in appello contro l’ordinanza di dissequestro – ma soprattutto di seguire l’evoluzione del processo penale in corso di svolgimento al Tribunale di Caltagirone, dove i capi di accusa riguardano i presunti reati ambientali commessi aggirando il vincolo di inedificabilità dell’area in cui è stato costruito il Muos, domani saranno centinaia – forse anche di più – le persone che prenderanno parte alla marcia.

Alla vigilia della manifestazione, una nota della questura ha sottolineato le prescrizioni da rispettare per i manifestanti. Nello specifico, per motivi di sicurezza, sarà impossibile andare oltre il primo cancello della base, e dunque inerpicarsi sulla collina da cui si vedono da vicino le tre antenne. Da fonti vicine al movimento, tuttavia, fanno sapere che la misura non è diversa rispetto a quelle prese prima delle altre marce, con l’unica differenza che stavolta le forze dell’ordine hanno deciso di diffondere la restrizione.

Simone Olivelli

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