Alcuni attivisti No Muos, quattro o cinque, stamattina hanno tagliato la rete della base militare americana di Niscemi e si sono arrampicati su una delle 46 antenne contro cui il movimento si batte. Tra di loro c’è anche Turi Vaccaro, storico pacifista di religione buddista che da diverse settimane si è stabilito al presidio permanente dicontrada Ulmo dopo aver ricevuto un foglio di via per le sue battaglie contro la Tav della Val di Susa. La polizia, insieme ai vigili del fuoco e al 118, è presente sul posto e sta tentando di convincere i militanti a scendere dal traliccio. Ma per ora gli attivisti non intendono cedere. «C’è un po’ di confusione», si limitano a precisare dal commissariato di polizia di Niscemi.
Sin dall’inizio delle proteste contro la costruzione dell’impianto satellitare per le telecomunicazioni della marina militare statunitense, l’obiettivo delle manifestazioni dei comitati No Muos ha sempre riguardato anche le 46 antenne che dal 1991 sono ospitate nella base. Subito dopo l’azione di stamattina, è scattato il passaparola tra gli attivisti attraverso i social network. E’ intervenuto anche il Movimento cinque stelle, attraverso il capogruppo all’Ars Giancarlo Cancelleri che sulla sua pagina Facebook lancia un appello: «Sono ore delicate, noi siamo in regione per il bilancio. Prego a chi può di mandarci informazioni dettagliate degli avvenimenti, vi prego dettagliate, senza sentito dire. Se dobbiamo fare qualcosa di incisivo dobbiamo essere bene informati».
Vaccaro non è nuovo a queste azioni. Circa un anno fa, in val Susa, si era arrampicato sullo stesso traliccio da cui cadde il militante No Tav Luca Abba, e vi era rimasto per una notte intera.
[Foto di Gabriella Sentina]
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