Muos, ancora blocchi e fermi di polizia Gli attivisti: «Nuovo governo, vecchi metodi»

Cambia il governo nazionale, che ha giurato ieri, ma a quanto pare non le direttive nei confronti degli attivisti contro la costruzione del Muos a Niscemi. «Anche oggi, lunedì 29 aprile, con il consueto zelo cui ci aveva abituato la ministra Annamaria Cancellieri, le forze di polizia hanno bloccato per alcune ore le contrade Apa e Ulmo di Niscemi. E come di consueto la mobilità nell’area è stata possibile solo a piedi e previa identificazione di ciascun passante», scrivono gli attivisti in un comunicato ufficiale.

Continua dunque la tensione nel territorio che circoscrive la base statunitense in cui sono già presenti e funzionanti oltre 40 antenne e in cui si sta predisponendo tutto per l’entrata in funzione del Muos, l’impianto militare di antenne satellitari motivo di tante manifestazioni di protesta. Il dispiegamento di forze di oggi, a detta degli attivisti, aveva ancora uno volta lo scopo di «permettere il passaggio a un convoglio composto da numerosi mezzi e uomini, per raggiungere la base NRTF (Naval radio transmitter facilty) dove continua la costruzione, pardon, la predisposizione del Muos», ironizzano. Giocando con le parole su una revoca alle autorizzazioni da parte del governo regionale mai rispettata.

Come è accaduto sempre più spesso nelle ultime settimane, le forze dell’ordine dispiegate lungo il percorso hanno cercato di impedire il passaggio dei manifestanti. Ma «decine e decine di mamme, nonni e attivisti che stazionavano lungo la strada sin dalle prime ore del giorno si sono opposti al passaggio con la semplice e pacifica presenza dei propri corpi o stendendosi per terra», sottolineano i No Muos.

Dopo qualche minuto di tensione, la loro resistenza è però stata vinta. «Le persone spostate di peso con la consueta grazia dalle solite mani, guantate e non – raccontano la scena gli attivisti – Per essere poi piantonate da numerosi agenti per persona durante il transito del convoglio». Non solo. Molti sarebbero i manifestanti fermati e identificati in quella che i No Muos definiscono «una catena di montaggio della repressione governativa in continuità con il precedente esecutivo».

Alcune mamme avrebbero cercato il dialogo con gli uomini dei reparti antisommossa e con i loro dirigenti, ma il risultato ottenuto non sembra essere quello sperato. «Non proprio un dialogo fra sordi, ma che ottiene, al più, le solite risposte: “Ci dispiace, davvero, abbiamo famiglia pure noi, ma questi sono gli ordini” – lo definiscono i manifestanti – Ogni tanto, seppur più raro, anche “Prendetevela con il governo”. Già gli ordini. Governo nuovo, azioni di sempre», concludono.

[Foto di No Muos]

desireemiranda

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