Il MEGA RADAR AMERICANO STA PER ENTRARE IN FUNZIONE. E ROMA COMINCIA A VALUTARE COME TIRARSI FUORI DA UNA VICENDA CHE AVRA’ PESANTI STRASCICHI GIUDIZIARI E, PURTROPPO, ANCHE SANITARI. LE DICHIARAZIONI RILASCIATE STASERA DAL MINISTRO MAURO SONO I PRODROMI DI CHI SI PREPARA A NON PAGARE IL CONTO. PER SCARICARE COSTI SOCIALI (E SANITARI) SULLA REGIONE
Le parole pronunciate stasera dal ministro della Difesa, Mario Mauro, a Palermo per partecipare al convegno sul dramma dei migranti che solcano il Mediterraneo per sfuggire alla fame e alla morte, debbono fare riflettere. Oltre che affrontare il tema delle varie mafie che gestiscono la tratta di esseri umani, il ministro si è anche soffermato sul Muos di Niscemi, ormai in fase di completamento.
Le considerazioni di questo esponente del Governo del nostro Paese, tutt’altro che sprovveduto, segnano, con molta probabilità, uno spartiacque tra il presente – a partire da oggi – e il futuro.
Il ministro, giocando un po’ sull’equivoco, facendo finta di non sapere che ben due Governi nazionali si sono pronunciati sul Muos, ha detto, oggi, che la competenza specifica sul mega radar che gli americani hanno quasi completato è della Sicilia. Della Regione, per la precisione. Il ministero della Difesa, addirittura, sarebbe di “contorno” ad una storia tutta siciliana.
Si potrebbe obiettare, come già ricordato, che Roma non è estranea alla scelta del luogo dove è stato deciso di piazzare il Muos. Ma oggi il tema è diverso. Ci sono, infatti, due novità.
Prima novità: i lavori per il completamento del Muos – e questo l’abbiamo scritto un sacco di volte – non sono mai stati interrotti. Tra un mese, o forse meno, il mega radar dei militari americani entrerà in funzione a breve.
Seconda novità: lo Stato italiano scopre che i problemi che il Muos provocherà non sono più di là da venire, ma sono ormai alle porte. E sono problemi giuridici e sanitari.
Le due novità sono strettamente interconnesse. Adesso non si parla più di quello che succederà in un futuro indefinibile, ma di quello che succederà tra pochi mesi o tra qualche anno.
Così, adesso, lo Stato italiano cambia strategia. E inizia a prendere le distanze da se stesso. Anche perché i problemi che adesso si pongono sono seri.
In questa vicenda del Muos ci sono profili di incostituzionalità, profili amministrativi, profili penali e, con molta probabilità, anche civili (probabili richieste di risarcimento da parte di migliaia di persone).
Al di là delle ‘rassicurazioni’ sulla salute, nessuno sa cosa succederà in Sicilia quando il Muos entrerà in funzione. Le onde elettromagnetiche fanno parte della nostra vita. Ma una concentrazione di onde elettromagnetiche così potenti non è mai stata sperimentata sull’uomo.
Gli stessi militari americani non sanno quello che succederà. L’unica cosa che noi sappiamo degli americani e del Muos e che gli stessi militari statunitensi, negli anni passati, si sono meravigliati che il nostro Paese avesse offerto il centro della Sicilia per la localizzazione del Muos. Perché queste strumentazioni, di solito, si realizzano a centinaia di chilometri dai centri abitati.
A noi questa precisazione è arrivata da un esponente di un Movimento politico che, in un forum organizzato dalla nostra redazione, ci ha raccontato di aver parlato con i militari americani. E di aver registrato il loro stupore: gli stessi militari statunitensi, insomma, trovavano strano che un Paese civile autorizzasse la localizzazione del Muos in un centro densamente abitato.
Ora, però, il dado è tratto. Tutto è pronto per il ‘via’. Il Muos sta per entrare in funzione. Le onde elettromagnetiche, fortissime, dispiegheranno gli effetti più devastanti a 40-50 chilometri di distanza da Niscemi. Cioè in oltre mezza Sicilia. Sprigionando gli effetti più verosimilmente dannosi per la salute umana nelle aree costiere e sovra costa. Cioè nelle zone più popolate della nostra Isola.
Nessuno – lo ripetiamo – sa che effetti avranno queste onde elettromagnetiche sulla salute umana e sull’ambiente. Mentre molti cominciano ad immaginare che effetto sortiranno le denunce già inoltrate presso le varie autorità, che si incroceranno nei prossimi mesi e tra qualche anno con gli effetti che il Muos provocherà sulla salute di tanti siciliani e sull’agricoltura in senso generale (coltivazioni e allevamenti zootecnici).
Qualcuno verrà chiamato a pagare i costi sociali e sanitari di questa follia. Ed ecco che lo Stato italiano comincia a fare macchina indietro. Il ministero della Difesa è di “contorno”. Mentre la vera ‘responsabile’ è la Regione siciliana. Con gli ultimi due presidenti della Regione che, con molta probabilità, hanno detto “sì” per paura.
Adesso comincia un altro gioco: lo scaricabarile.
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