Un copione che si ripete ormai quasi ogni mese a causa del ritardo nel pagamento degli stipendi. Ecco perché oggi sono tornati in piazza i lavoratori della Multiservizi, società partecipata del Comune di Catania che si occupa di manutenzione e pulizia nel capoluogo etneo. Al centro di un’assemblea sindacale, convocata in piazza Duomo proprio davanti la sede del municipio, ci sono i tanti dubbi e le possibili soluzioni per sbloccare le spettanze di agosto. Soldi che non sono ancora finiti nelle tasche dei circa 500 lavoratori che fanno parte della società, nata nel 1997 e da oggi in stato d’agitazione, come spiega Rita Ponzo, segretaria della Fisacat Cisl.
«Abbiamo deciso di scendere in strada per sensibilizzare l’amministrazione sulla situazione che vivono i lavoratori – spiega a MeridioNews la sindacalista – La situazione si ripropone spesso, ma chi lavora per Multiservizi viene messo sempre in coda nella scala delle priorità». A parlare con lavoratori e sindacato non è stato però il sindaco Salvo Pogliese, impegnato in una missione istituzionale a Roma, ma Clara Leonardi, vertice della Ragioneria generale di Palazzo degli elefanti. «Ci ha illustrato la situazione disastrosa delle casse del Comune di Catania», precisa Ponzo. All’orizzonte, non è un mistero, gli scenari non sembrano dei migliori. Con l’amministrazione impegnata a mettere da parte la scure del dissesto, deliberato dalla sezione di controllo della Corte di conti, grazie a un emendamento inserito all’interno del decreto Milleproroghe.
C’è poi il tanto atteso, almeno stando a sentire lavoratori e sindacati, cambio al vertice della partecipata. A reggerne le fila, da settembre 2016, è stato il presidente del consiglio d’amministrazione Giovanni Giacalone. Fedelissimo dell’ex sindaco dem Enzo Bianco rimosso dal nuovo corso di centrodestra. Protagonisti entrambi, a ridosso delle amministrative, di una festa per ricordare i vent’anni della società. «Aspettiamo con fiducia il nuovo presidente – conclude Ponzo – La speranza è che la poltrona venga affidata a un tecnico e non a qualcuno a cui si debba ricambiare un favore politico ottenuto durante le elezioni».
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