Dopo esposti, denunce, riunioni cittadine nella zona della movida che ruota attorno a piazza Olivella, si è arrivati a chiamare i vigilantes per cercare di mettere un freno ad atti vandalici, schiamazzi notturni e musica a tutto volume fino a tarda notte. Venerdì è stata la prima sera in cui sono stati presenti i metronotte, convocati nei due giorni clou della settimana da cittadini ed esercenti esasperati dalla situazione. La loro presenza – in tutto si tratta due pattuglie composte da due persone – dovrebbe servire da deterrente in quanto non possono intervenire, ma soltanto limitarsi a segnalare quanto succede alle forze dell’ordine o invitare chi disturba a smettere di farlo.
La prima sera in cui è stato attivato il servizio e «ha funzionato bene. Ci hanno detto che non si è registrato nulla di particolare – dice Francesco Capizzi, titolare del pub Fusorario – i vigilantes si sono limitati a chiedere a chi era seduto davanti ai portoni di spostarsi». Il vero banco di prova però è stato sabato e le cose sono andate meno bene, già a partire dal pomeriggio. «A Piazza Olivella – aggiunge Capizzi – un mezzo ha distrutto due mie piante, ha scaricato la merce e se ne è andato come se nulla fosse». Quando hanno chiesto informazioni, il responsabile del danneggiamento ha negato tutto. «Ma c’erano fortunatamente le telecamere a inchiodarlo – sottolinea – e si è impegnato a pagare il danno». Un altro episodio del «mancato rispetto dell’area pedonale. E se ci fossero stati dei bambini invece che delle piante? O delle persone sedute?».
La sera poi le cose non sono andate meglio: «Su piazza Angelina Lanza c’erano un po’ meno persone del solito – dice ancora Capizzi – ma non è mancato chi si drogava sotto i portoni. In piazza Monteleone si è svolto un vero e proprio festino. Grigliate a cielo aperto, si giocava a calcio balilla, tutto condito da cori da stadio e musica all’esterno dei locali».
Tirando le somme, per il titolare del Fusorario «Il servizio è fine a se stesso. È impensabile che i vigilantes possano risolvere il problema della movida selvaggia. Chi potrebbe farlo sono le istituzioni, che normalmente sono assenti. Quando sono presenti si limitano ad effettuare controlli, ma poi tutto torna come prima. Questa è la dimostrazione che se non sono bastate le verifiche delle settimane scorse, due vigilantes che non hanno nessun potere, nulla possono contro questo malessere sociale».
Un commento amaro quello di Capizzi che nonostante la solidarietà espressa dopo il lancio di una bottiglia incendiaria sulla saracinesca del suo locale adesso registra un silenzio assordante: «La risposta da parte delle istituzioni è evidente – conclude – se il sottoscritto presenta esposti, sulle strutture e sulla violazione dell’area pedonale dal 2013 e malgrado gli atti intimidatori la situazione rimane invariata, è segno che non c’è la volontà di far rispettare la legge, ma si vuole mantenere l’anarchia».
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