Partiamo dall’assunto che la città di Palermo è ancora in attesa di una «regolamentazione ordinaria della materia» che, «nonostante si riveli lo strumento ordinario e più adeguato al corretto contemperamento dei vari e confliggenti interessi in gioco» non è mai stato approvato. Quello che è stato approvato, un anno fa, è uno schema di regolamento sullo sviluppo sostenibile ai fini della convivenza tra le funzioni residenziali e le attività di esercizio pubblico e svago nelle aree private, pubbliche e demaniali, emendato con deliberazione dalla Giunta comunale e sottoposto all’approvazione del consiglio comunale perchè erano ritenute necessarie «nuove e più stringenti misure rispetto a quelle già individuate». Quella delibera di giunta, la n. 26 del 26 febbraio 2015, è stata revocata e ulteriormente emendato il testo del regolamento da sottoporre all’approvazione consiglio «al fine di assumere nuove e più stringenti misure sanzionatorie rispetto a quelle già individuate».
Il sindaco, si legge nell’ordinanza dello scorso 26 giugno, ha «ritenuto necessario intervenire, su conforme avviso espresso dal Comitato provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica nel corso delle plurime riunioni celebrate in Prefettura per inasprire l’attuale sistema sanzionatorio che sarà applicato per un periodo che va dal 3 luglio 2015 al 30 settembre 2015, con ordinanza a salvaguardia degli interessi dei cittadini alla salute ed al permanere delle condizioni minime di vivibilità nei quartieri residenziali ad alta densità di locali di somministrazione aperti nelle ore notturne al contempo rispettando i diritti degli operatori economici all’esercizio della loro attività nelle migliori condizioni di contesto, nelle more della approvazione da parte del Consiglio Comunale della compiuta regolamentazione».
I divieti in materia di acustica avevano già creato non poche polemiche, e dal 3 luglio (oggi) prevedono l’attività musicale, svolta all’esterno del pubblico esercizio o del locale di pubblico spettacolo, «nelle giornate di venerdì e sabato e prefestivi fino alle ore 1 del giorno successivo. Dopo tali orari ogni attività musicale potrà avvenire solo all’interno del pubblico esercizio o del locale di pubblico spettacolo, senza emissioni esterne e quindi a porte e finestre chiuse, comunque siano intese. In ogni caso, è vietata l’attività musicale svolta all’esterno con impianti elettroacustici di amplificazione e di diffusione sonora, comunque intesi». Non è chiaro cosa preveda l’ordinanza in tal senso, nel giorni che vanno al lunedì al giovedì.
Le sanzioni prevedono adesso la chiusura dell’attività, per sette giorni consecutivi, decorrenti dal primo venerdì utile dopo l’avvenuta notifica del provvedimento di contestazione della violazione. Nel caso in cui il venerdì ricada in un giorno festivo, il primo giorno di chiusura sarà anticipato. Nel caso di recidiva è applicata la sanzione della chiusura delle attività, per quattordici giorni consecutivi, sempre decorrenti dal primo venerdì utile dopo l’avvenuta notifica e così via sino al terzo “richiamo” (e seguente verbale): la sanzione della chiusura sarà incrementata di altri giorni sette e per ogni eventuale ulteriore violazione successiva alla terza, la sanzione della chiusura è applicata nella misura complessiva di trenta giorni consecutivi.
Agli incontri che l’assessore Giovanna Marano ha convocato precedentemente alla firma dell’ordinanza, erano presenti in rappresentanza della Federazione (l’organismo di rappresentanza e di coordinamento delle Associazioni d’Imprese di Palermo e provincia, ndr) Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e i presidenti di Federalberghi, Nicola Farruggio, e Unione Pubblici esercizi, Tiziana Zappulla, che insieme hanno elaborato un documento con delle proposte di regolamento, nel quale si conciliano le esigenze dei residenti e dei turisti ad una sana vivibilità (soprattutto in termini di emissioni acustiche) della città e quelle dei locali di intrattenimento e di chi li frequenta «Queste proposte vengono da due componenti della nostra Federazione, – dice la Di Dio – con esigenze imprenditoriali diverse: da un lato chi si occupa di intrattenimento e dall’altra chi si occupa di accoglienza e vorrebbe una città a misura di turista, attrattiva ma nel decoro e nel rispetto della quiete pubblica. Le proposte sono nell’ottica quindi di una sintesi tra due esigenze apparentemente contrapposte. In Confcommercio queste due diverse esigenze sono riuscite ad autoregolementarsi e a trovare le giuste proposte del modo di fare impresa nel rispetto dei cittadini (residenti e turisti), proposte che sono a tutt’oggi a disposizione del sindaco e dell’Amministrazione comunale. Ma tutto ciò – conclude la Di Dio – ha bisogno di un serrato controllo del territorio. Lo chiediamo con forza a nome di tutti quegli imprenditori che lavorano nelle regole. Perchè non ha senso, a mio avviso, inasprire norme e sanzioni, per quanto legittime, se poi non si fanno applicare e chi lavora nel rispetto di tutte le normative deve subire la concorrenza sleale di chi vive e lavora nell’abusivismoe nel mancato rispetto delle regole. Il problema reale è costituito dall’abusivismo. E spesso chi è fuori dalle regole lo è in toto, incluso il mancato rispetto di orari ed emissioni acustiche che disturbano i residenti».
E se i Bronzi di Riace avessero anche dei legami con la Sicilia? L'ipotesi non…
Sparatoria a Catania. Nella prima serata di oggi nel quartiere Pigno - nella zona di…
Altro incidente sulla tangenziale di Catania. Dopo quello di ieri sera - che ha causato…
Furto con spaccata al negozio Euronics di Acireale, che si trova in via Cristoforo Colombo.…
A Catania sono state posizionate in via Etnea delle fioriere in funzione di barriere antiterrorismo,…
«In carcere si sta comportando bene e non si evincono elementi di ripristino di contatti…