Un’inchiesta effettuata da un pool di tecnici, diverse conferenze dei servizi, un’indagine della magistratura il cui eco ancora si fa sentire tra le pareti di numerosi uffici regionali e non solo. Tanto è stato necessario per permettere al dipartimento regionale dell’Energia di non rinnovare l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata alla Oikos spa per l’attività della discarica di contrada Valanghe d’inverno, a Motta Sant’Anastasia. La notizia è giunta oggi, ma la decisione è stata presa il giorno prima dal dirigente incaricato, Marco Lupo.
Le obiezioni presentate ai vertici della Oikos (il cui rappresentante, Domenico Proto, è agli arresti domiciliari perché coinvolto nell’operazione Terra mia) non sono state superate. Nella loro relazione i tecnici «avevano evidenziato, sotto diversi profili, l’insussistenza delle condizioni giuridiche e fattuali necessarie per il richiesto rinnovo del drs 221 del 29 marzo 2009», si legge nel decreto firmato ieri. Criticità non da poco, che «assumono particolare rilevanza, ai fini del diniego del rinnovo dell’autorizzazione». L’elenco è denso: si va dalla «dichiarazione di illegittimità dal punto di vista urbanistico», al «procedimento di Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) viziato» perché redatto e depositato oltre i termini. E poi la violazioni di alcune normative – anche comunitarie – per il pretrattaggio dei rifiuti e la biostabilizzazione della frazione organica e la mancanza di delimitazione dell’area di pertinenza dell’impianto Oikos.
Nell’ordinanza viene citata l’inchiesta dalla Procura di Palermo, un elemento, confermano vertici del dipartimento regionale, che ha avuto un indubbio peso sulla decisione finale del dirigente Lupo. Viene dunque ritenuto «necessario e conseguente all’emissione del provvedimento di diniego di rinnovo dell’Aia 221/2009, la predisposizione di un progetto di chiusura definitiva» e inoltre «autorizzare e programmare le modalità di realizzazione del ripristino ambientale e le attività di postgestione della discarica». Chiusura e bonifica.
Ma il problema che numerosi cittadini di Motta e della vicina Misterbianco, subito dopo l’euforia per la notizia della chiusura, hanno sollevato attraverso i social network riguarda la nuova destinazione dei rifiuti. Un interrogativo al quale i dirigenti regionali non danno risposta. «Ad oggi presso la discarica vengono conferiti i rifiuti prodotti nei territori di circa 90 Comuni appartenenti a diversi ambiti ottimali (Ato)». Sono quattro catanesi, uno di Enna e di Ragusa, tre di Messina. All’azienda è intimato di «assicurare la continuità del servizio pubblico di raccolta degli rsu destinati allo smaltimento, per un periodo breve ma idoneo a consentire al dipartimento di riorganizzare il flusso dei rifiuti e riprogrammare un piano dei conferimenti che ad oggi vengono effettuati nella discarica di contrada Valanghe d’inverno, mediante l’individuazione di siti alternativi per lo smaltimento». Quali saranno le nuove rotte è difficile prevederlo. L’altro sito emergenziale della Sicilia orientale è quello messinese di Mazzarrà Sant’Andrea, anche questo sotto inchiesta, che già ospita camion da oltre cento cittadine siciliane. L’altra struttura papabile è dunque quella di Siculiana, in provincia di Agrigento.
Per il sito mottese è disposto che il progetto definitivo di chiusura e ripristino ambientale «dovrà essere trasmesso al dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti entro il 31 agosto». Il documento sarà verificato dagli enti competenti e dovrà essere attuato entro 60 giorni dall’approvazione. Se il probabile ricorso presentato da Proto non dovesse essere accettato, entro ottobre i cancelli dell’impianto di contrada Valanghe d’inverno dovrebbero chiudersi.
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