Si scalda il fronte della gestione dei rifiuti nell’hinterland catanese. Al centro della contesa c’è sempre l’allargamento della discarica di proprietà della Oikos spa in contrada Valanghe d’inverno. Nella guerra a colpi di ricorsi e udienze all’Assemblea regionale, è arrivata la notizia da tempo attesa: la vasca della contigua contrada Tiritì è ormai colma; quello che per un lungo periodo è stato sfruttato anche come sito emergenziale da vari comuni isolani non può più ospitare altri rifiuti. «L’avevano preannunciato un anno e mezzo fa, ma hanno sempre rimandato», spiega Danilo Festa, consigliere comunale del Partito democratico mottese e tra i più attivi oppositori dell’ingrandimento dell’impianto. «Hanno inviato una lettera alla Regione e per conoscenza l’hanno inoltrata ai comuni che conferiscono nella discarica di contrada Tiritì – continua – E’ una sorta di minaccia-ricatto alla Regione». Una maniera per forzare la mano affinché si sblocchi l’impasse e si dia il via libera al conferimento nelle tre nuove vasche da 2,5 milioni di metri cubi.
«Fino all’8 maggio c’è l’autorizzazione a utilizzare la discarica della Sicula trasporti», afferma Festa. La decisione è stata presa in maniera urgente dall’assessorato regionale all’Ecologia, ma il nodo da sciogliere riguarda cosa accadrà dopo. A rischio c’è la gestione dei rifiuti di ben 88 Comuni, dal Catanese alle provincie di Messina e Caltanissetta. Per non parlare della gestione di eventuali emergenze, come quella della scorsa estate che ha riguardato l’impianto di Bellolampo, a Palermo. Sulla Oikos pende anche un’altra questione importante, il sequestro in via preventiva e urgente di parte del sito che gestisce disposto dalla Procura di Catania meno di un mese fa. L’ipotesi di reato è quella di danno ambientale: il percolato, non trattato secondo le norme regionali vigenti, si sarebbe infiltrato nel terreno per poi raggiungere i torrenti della zona.
Se per un verso la chiusura della discarica di contrada Tiritì può essere considerata un bene, dall’altro l’incertezza comincia ad avere degli effetti sui cittadini. A Motta Sant’Anastasia, dove funziona un sistema di raccolta porta a porta, il turno della frazione indifferenziata è praticamente saltato. Ritirati regolarmente i sacchetti contenenti l’organico ieri e quelli con la plastica oggi, da più di 36 ore sacchi neri di varie grandezze giacciono su marciapiedi e nelle inferriate di numerose abitazioni, in centro come in periferia. «Dovrebbero essere raccolti nel turno di giovedì», spiega frettolosamente un operatore ecologico che imputa il disservizio proprio alla chiusura della discarica. «Ma non potrebbero farlo, devono raccogliere, c’è un’autorizzazione a conferire», puntualizza Danilo Festa.
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Intanto per sabato 11 è prevista una nuova manifestazione congiunta degli abitanti di Motta e Misterbianco. Le richieste sono le solite: stop all’ampliamento, bonifica del sito di contrada Tiritì, delocalizzazione e controllo della qualità dell’aria e dell’acqua della valle del fiume Sieli nel quale l’impianto si trova. Qualche giorno dopo, più tardi del previsto, sarà la volta della discussione del tema anche all’Ars. La questione ha subito uno slittamento dovuto all’iter di approvazione del bilancio.
[Foto di Andrea Maria Valisano]
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