«Non c’è solo la discarica. Dobbiamo riconquistare il nostro territorio». Con questo spirito il gruppo degli scout di Motta Sant’Anastasia ha avviato l’operazione Occupiamo i Sieli, una serie di iniziative per «coinvolgere i cittadini di Motta e non solo», spiega Simone Giacalone, responsabile del gruppo Agesci locale. L’idea è nata dal grande raduno nazionale di San Rossore, a Pisa, la scorsa estate. «I ragazzi hanno stilato la Carta del coraggio, dei documenti su diversi temi e istanze da chiedere alle istituzioni locali», racconta Giacalone. «I nostri ragazzi hanno fatto un capitolo sull’ambiente e hanno individuato nella valle dei Sieli l’obiettivo del loro impegno».
La vallata nel quale scorre l’omonimo fiume, che ha un grande interesse naturalistico e molteplici potenzialità, è più conosciuta per ospitare la discarica di proprietà della Oikos spa. «Ma non è giusto che venga ricordata solo per questo», si accalora Simone Giacalone. Diverse le attività che il gruppo scout realizzerà: «Verranno organizzate delle iniziative per far venire persone ai Sieli e saranno creati dei sentieri». Altro tema sentito è quello della presenza di numerosi appassionati di cross che utilizzano le colline argillose come circuiti. «Presenteremo una petizione al prefetto per chiedere maggiori controlli». E poi c’è l’intenzione di «riportare le coltivazioni di fave, un tempo una delle attività principali della zona».
Alla conferenza stampa sono invitati tutti i referenti degli enti locali del circondario. «Se verrà il sindaco – anticipa Giacalone riferendosi al primo cittadino mottese, Anastasio Carrà – i ragazzi gli consegneranno la loro carta del coraggio. Sono animati da questa voglia di fare che lascia sbalorditi». Un impegno, però, che non è esente da attacchi. «Cinque anni fa siamo stati invitati a visitare la discarica – ricorda il capo scout, adombrandosi un po’ – I ragazzi fecero anche domande anche scabrose, come quelle sugli odori e sulla sicurezza». Al termine del loro tour il gruppo è consapevole di aver «visto solo quello che hanno voluto farci vedere». Ma a distanza di anni, quella visita viene vista come un’iniziale assenso alle attività dell’azienda della famiglia Proto, oggi sotto inchiesta della magistratura palermitana. «Attaccate me, ma lasciate in pace i ragazzi», afferma con forza Giacalone, che in passato ha anche ricevuto delle minacce relative alla vicenda rifiuti. «A queste generazioni abbiamo lasciato solo le macerie e loro stanno cercando di barcamenarsi in queste condizioni».
L’impegno dei giovani volontari da qualche tempo ha affiancato quello dei comitati civici No discarica. Un tema che nel Comune del Catanese spesso non è visto di buon occhio. «Siamo stanchi e non solo della puzza – conclude Giacalone – Non ho paura del rumore dei nemici, ma del silenzio che ci circonda».
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