Morto Vincino, lo storico disegnatore satirico L’esordio a L’Ora, poi tantissime collaborazioni

L’annuncio della sua scomparsa non poteva darlo che lui, Adriano Sofri. «Scrivo, con gran dolore, che è morto Vincino». Una sola e asciutissima riga, dove il dolore di uno dei fondatori di Lotta Continua si percepisce comunque per la morte del vignettista siciliano Vincenzo Gallo, noto a tutti come Vincino. Palermitano d’origine, Vincino aveva 72 anni, era malato da tempo ed è morto a Roma. E aveva militato proprio in Lotta Continua, quando aveva scelto di lasciare il capoluogo siciliano nel 1972.

L’esordio sui giornali però è nella sua città. A 23 anni comincia a collaborare infatti con il quotidiano L’Ora, diretto allora da Vittorio Nisticò. E si fa notare subito per come segue, attraverso le proprie illustrazioni, il processo sulla strage di viale Lazio: uno dei più feroci regolamenti di conti di Cosa nostra, che vide alla ribalta l’allora sconosciuto clan dei corleonesi. 

Il destino di Vincino, in ogni caso, è altrove. Prima viene chiamato all’omonimo giornale di Lotta Continua, dove resta fino al 1978 quando fonda e dirige L’avventurista, inserto satirico dello stesso giornale del movimento. Ma si fa notare soprattutto perchè lo stesso anno è tra i prima ad aderire alla storica rivista satirica Il Male, fondata da Pino Zac, di cui diventa direttore (dal terzo numero) per quattro anni fino alla chiusura, nel 1982.

Passano alla storia del costume i falsi d’autore de Il Male, copertine con notizie inventate che scimmiottavano i più conosciuti giornali dell’epoca. Il più famoso di tutti, forse, quello in cui si annunciava l’arresto dell’attore Ugo Tognazzi come capo delle Brigate Rosse. E nelle foto dei finti agenti che lo ammanettano c’è anche lui, Vincino. Chi gli ha voluto bene, come Giuliano Ferrara, dirà che lui stesso ricorderà quelli come gli anni migliori: pieni di anarchia e di libertà, di successi improvvisi e di improvvidi insuccessi.

Tra il 1984 e il 1985 è direttore di Ottovolante, quotidiano di satira uscito per dieci giorni, cui collaborano per quel brevissimo diversi importanti vignettisti. Nel 1985 invece collabora con Telelora e con Il Clandestino, supplemento de l’Espresso, e contemporaneamente con Tango, supplemento de l’Unità, e con Linus. Nel 1987 Vincino è direttore di Zut. A causa di un servizio sull’amante di Scalfari perde il lavoro e viene licenziato.

Sempre nel 1987 incomincia la sua lunga e proficua collaborazione con il Corriere della Sera. Nel 1988 esce Cuore e Vincino ne diventa una delle colonne portanti, fino alla chiusura. Insomma: la storia della satira passa sempre e comunque da lui. Nel 1987 con Vauro, Riccardo Mannelli e Saviane fa risorgere Il Clandestino; poi nel 1988 collabora con Boxer di Vauro, supplemento de Il Manifesto, di cui dirige un numero. Inoltre fonda e dirige la rivista XL.

Nell’ottobre del 2011, insieme con Vauro Senesi, rifonda la storica rivista di satira Il Male, che dura due anni e a cui non basta l’iniziale entusiasmo. Successivamente collabora, tra gli altri, con il settimanale Vanity Fair, con Il Foglio e con l’emittente radiofonica nazionale Radio Radicale. Intanto si susseguono già i primi omaggi. A Il Foglio, insieme alla pubblicazione dell’ultimo disegno, scrivono che «è stato la nostra speranza, il nostro specchio, la nostra risorsa d’acqua e di alcol e di fumo». Mentre Vauro lo ricorda con una vignetta, in cui scrive: «Hai disegnato i grandi mostri della politica italiana … e mi hai lasciato solo con i mostriciattoli! Ciao Vincino amico mio!».

Andrea Turco

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