«La copertura vaccinale sta salendo e ciò si rifletterà in futuro, ma la netta flessione nei casi registrati dipende dalle alte temperature». Commenta così Sergio Pintaudi, referente regionale di sicurezza sanitaria e biocontenimento per la Sicilia, i dati che arrivano dal nuovo bollettino sul morbillo, pubblicato dall’Istituto superiore di sanità. Dall’inizio dell’anno sono ben 1116 le persone che hanno contratto la malattia infettiva, delle quali due decedute tra maggio e giugno. La notizia è stata resa nota soltanto ieri per via della necessità di verificare la correlazione tra la morte e la malattia. Si tratta di due persone che non erano state vaccinate e che presentavano al momento del contagio «alcune patologie che ne compromettevano il sistema immunitario».
L’Istituto superiore di sanità sottolinea come i decessi siano arrivati «in prossimità dle picco di massima incidenza» avuto quest’anno. Ovvero nei mesi di aprile e maggio, quando in Sicilia sono stati segnalati oltre cinquecento casi. Numeri decisamente più alti rispetto agli ultimi mesi: a luglio, infatti, sono stati 22, mentre ad agosto appena otto. «La diminuzione è da collegare strettamente con il periodo estivo – spiega Pintaudi a MeridioNews – in quanto il virus del morbillo con le alte temperature va in quiescenza». Ne consegue che non è da escludere che con l’arrivo dell’autunno e a seguire del freddo, i numeri non potrebbero tornare a salire. «Teniamo in considerazione che con l’inizio della scuola aumentano anche le occasioni di trasmissione», prosegue Pintaudi. Il medico, che lavora nell’ospedale Garibaldi di Catania, si sofferma poi sull’attività preventiva che nell’ultimo periodo pare essere tornata a salire: «Innalzare i livelli di copertura vaccinale significa garantirsi scenari più sereni nel prossimo futuro, a livello regionale si sta facendo un buon lavoro».
Dai dati del bollettino ministeriale salta agli occhi un dato: in Sicilia è stata registrata quasi la metà dei casi segnalati a livello nazionale (1116 su 2248). A livello percentuale significa che nell’Isola hanno contratto la malattia 333 persone per milione di abitanti. La seconda regione è il Lazio con 230 casi, segue la Calabria con 172. Per quanto riguarda l’età, a livello nazionale «circa un quinto dei casi sono stati segnalati in bambini di
età inferiore a cinque anni, di cui 138 avevano meno di un anno di età, e l’età mediana dei casi
è
pari a 25
anni». Confermata, infine, l’incidenza della mancata prevenzione. «Il 91,1 per cento dei casi
totali
– si legge nel bollettino – era non vaccinato al momento del contagio
e
il 5,5 aveva effettuato
una sola dose
di vaccino».
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