Catania, domani finalmente in campo a Rende La carica di Sottil: «Osare ed essere feroci»

Un mese e 16  giorni: questo è il lungo lasso di tempo trascorso tra l’ultimo match ufficiale del Catania e il tanto sospirato debutto in campionato di domani pomeriggio (ore 16.30), salvo eventuali annullamenti dovuti all’attesa per la sentenza del Tribunale federale, prevista per il prossimo 1 ottobre. Lo scorso 12 agosto, al Massimino, i rossazzurri sono stati capaci di annientare in Coppa Italia il Verona, con un perentorio 2-0 firmato da Silvestri e Marotta. Contro il Rende, capolista con tre vittorie su tre, sei reti fatte e solo una subita, serviranno aggressività, adrenalina, tanta corsa e grande carica agonistica. Ne è convinto mister Andrea Sottil che, in vista dell’esordio nel girone C di Serie C, non cerca attenuanti: «È chiaro che questo posticipare l’inizio di stagione sia stato pesante e logorante: ne abbiamo approfittato – specifica Sottil –  per migliorare e perfezionare la condizione fisica di tutta la rosa, soprattutto di chi è arrivato dopo».

L’uragano creato dal caos ripescaggi, con assenza di certezze sul campionato da disputare e sulle date, ha ovviamente lasciato strascichi: «Non è stata una situazione facile da gestire, ma ho la fortuna di allenare un gruppo maturo e giocatori molto esperti che hanno saputo sopperire a questi rinvii. La squadra arriva molto carica – continua l’allenatore – dobbiamo riversare contro il Rende rabbia e nervosismo accumulati. Tutti scalpitano per iniziare». Riprendere dalle tre vittorie in Coppa Italia è la parola d’ordine: «Non avevamo nulla da perdere – ribadisce il tecnico – mi sono piaciute mentalità e gioco: dobbiamo mantenere quella spregiudicatezza nel giocare le partite. La responsabilità di essere favoriti deve caricarci ancor di più: dobbiamo osare e tentare sempre di far gol».

Niente alibi dunque, nessun pensiero ai torti subiti o a eventuali handicap: soltanto la forza e la volontà di trasformare tutto in energie positive. La filosofia del mister, in tal senso, è chiara: «Sappiamo che le altre squadre hanno sulle gambe tre partite in più: questo – aggiunge Sottil – dev’essere uno sprone a fare subito bene. Affrontiamo i primi in classifica: loro hanno dimostrato di giocare un calcio aggressivo e di prendere pochi gol. Abbiamo studiato l’avversario, lavorando molto duramente: dobbiamo essere pronti a livello mentale». L’obiettivo è arrivare a Rende «con la tuta da operaio, la barba lunga, la cattiveria agonistica e la clava. Solo così potremo sfruttare le nostre qualità, avendo i mezzi per far cose importanti in fase offensiva».

A parte lo squalificato Marotta, non saranno della partita gli infortunati Ciancio e Llama: il problema di quest’ultimo, in particolare, sembra meno grave del previsto: «Ha subito una lesione di primo grado al gemello, per fortuna non molto grave: si tratta però di un compartimento muscolare molto delicato. Sta comunque recuperando – annuncia il tecnico – quindi penso e spero che per la prossima partita possa essere a disposizione». I potenziali sostituti sono Manneh e Vassallo: «Entrambi sono pronti, farò tutte le mie valutazioni e sceglierò chi è meglio che inizi dal primo minuto. Curiale ha recuperato – precisa Sottil -, lavorando forte col gruppo durante tutta la settimana».

Un pensiero anche su due giovani in rampa di lancio: «Brodic è arrivato un po’ in ritardo, ma ha profittato del posticipo dei campionati per essere a posto fisicamente. Deve alzare velocità e intensità di gioco – ammette il mister etneo -, è un giocatore pericoloso perché ha tecnica, capacità di inserimento e rifinitura. Mujkic, invece, è più muscolare: è una seconda punta-esterno bravo ad attaccare la profondità». Due giocatori che, sicuramente, diranno la loro durante una stagione che si prospetta lunga e logorante: «Il Girone C non ha una logica: il livello è omogeneo, tutti possono vincere contro chiunque. Noi non abbiamo scuse – conclude il mister torinese – dobbiamo essere come belve inferocite, tenute in gabbia per un mese e mezzo: ora siamo liberi, domarci sarà molto duro».

Giorgio Tosto

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