Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Fabrizio Molinari, ha archiviato, considerandole prive di fondamento, le denunce sporte da Patrizia Monterosso, ex Segretario generale della Presidenza della Regione siciliana e oggi direttrice della Fondazione Federico II, nei confronti del giornalista Accursio Sabella, direttore di LiveSicilia, accusato di diffamazione ma soprattutto di atti persecutori, cioè stalking. Nelle copiose denunce si parlava anche di «molestie» ed «estorsione».
Tutto quanto è stato archiviato, dopo che la stessa Procura, in estate, aveva chiesto l’archiviazione. Nonostante ciò, Monterosso ha deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione del Pubblico ministero Federica La Chioma, rendendo necessaria una udienza preliminare lo scorso 8 novembre nel corso della quale ha ribadito le pesanti accuse al giornalista. Accuse respinte definitivamente anche dal Gip Fabrizio Molinari.
L’avvocato Marcello Montalbano, difensore del giornalista Sabella, esprime «grande soddisfazione per questo provvedimento che certifica in modo chiarissimo l’assoluta professionalità del giornalista accusato dalla dirigente». L’avvocato Montalbano fa poi rilevare come il Giudice nel suo provvedimento abbia più volte sottolineato come l’intera attività di Sabella, contestata dalla burocrate, rispetti totalmente i canoni della corretta informazione.
Il Gip infatti, tra le altre cose, nell’ordinanza ha affermato: «Risultano essere sempre stati rispettati dal Sabella i limiti della veridicità della notizia, dell’interesse pubblico alla diffusione della stessa e della continenza delle espressioni usate». E ancora, il giudice aggiunge: «Corrisponde a verità che la Monterosso è stata condannata dalla Corte dei Conti […] così come che, nei confronti della stessa, era pendente, all’epoca della pubblicazione degli articoli, un procedimento penale per il diritto di peculato».
Sulla vicenda è intervenuto il deputato Claudio Fava: «La mia solidarietà e la mia stima per Accursio Sabella, trascinato in giudizio ed accusato di “stalking” per aver fatto con schiena dritta il proprio mestiere di giornalista. Un tentativo, naufragato, di dissuadere la libera informazione dal raccontare senza genuflessioni il potere. È il segno che occorre, rapidamente, un intervento legislativo per normare efficacemente, come accade in molti paesi d’Europa, le querele temerarie. Ma è anche la dimostrazione che esiste una magistratura, a Palermo, determinata a far prevalere le logiche e le regole del diritto, senza ossequio per alcuno».
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