C’è voluta più della mezz’ora inizialmente preventivata per far cedere l’ultimo
strato di durissimo basalto lavico rimasto ancora in piedi. Poi la talpa meccanica ha finito di ruotare fra gli applausi degli operai del grande cantiere della stazione di Monte Po. La roccia è crollata sotto l’imponente pressione della fresa, facendo sì che la futura fermata si congiungesse con la galleria già scavata in territorio di Misterbianco, a partire da corso Carlo Marx. I vertici di Ferrovia Circumetnea, intanto, faticano a contenere l’ottimismo: i treni potrebbero arrivare alla periferia ovest di Catania già alla metà dell’anno prossimo, quando si conta di rendere operative le fermate Fontana, a due passi dall’ospedale Garibaldi, e appunto Monte Po. Quelle, cioè, immediatamente successive alla fermata di Nesima inaugurata a fine marzo e da cui parte la galleria che, per il momento, è il cuore del cantiere della metropolitana della città.
L’abbattimento a favor di telecamera
dell’ultimo diaframma della galleria Monte Po-Nesima, intanto, è stato un momento clou non solo per lo sviluppo infrastrutturale di Catania, ma anche dal punto di vista ingegneristico. «Non capita tutti i giorni di vedere all’opera uno strumento così potente – commenta il direttore generale della Circumetnea Alessandro Di Graziano – anche perché stavolta, trattandosi dei pezzi finali di roccia, il materiale scavato è rimasto davanti alla macchina». Ma chi sperava nella foto dell’attimo del crollo, comunque, è rimasto deluso: una densa nube di polvere ha nascosto il cedimento alla vista del folto pubblico. Tra cui figuravano i sindaci di Catania, Enzo Bianco, e Misterbianco, Nino Di Guardo – la stazione sorge esattamente al confine fra i due Comuni – altri esponenti delle amministrazioni e del Ministero delle Infrastrutture, l’ente che controlla Fce, a partire dal commissario Virginio Di Giambattista.
Mentre la nube si dirada, operai e tecnici illustrano le caratteristiche della nascente stazione. Lunghi camminamenti la collegheranno alla zona più densamente popolata del quartiere, sbucando aldilà delle trafficatissime bretelle per Paternò, Misterbianco e la tangenziale. «La struttura, dagli abitanti di Monte Po, potrà essere utilizzata anche soltanto per gli attraversamenti pedonali – spiega il dirigente tecnico Fce Salvatore Fiore – di fatto finalmente si congiungono due pezzi di città finora slegati fra loro». Dovrà dunque essere il 2018 l’anno dell’apertura al pubblico di questo troncone della metro. Per il prosieguo della tratta e le stazioni di Misterbianco – per cui di recente sono arrivati altri quattro milioni – bisognerà, secondo cronoprogramma, attendere il prossimo biennio. Un’altra talpa è già in azione, lungo la direttrice sud della linea metro, nell’area di piazza Palestro. Anche di quel cantiere, cruciale in ottica estensione fino all’aeroporto, si conta di raccogliere i frutti nel 2019.
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