Dieci anni e mezzo. È la pena chiesta dalla procura di Caltanissetta nei confronti dell’ex numero uno di Confindustria Sicilia Antonello Montante. L’imprenditore originario di Serradifalco è tra gli imputati del processo con rito abbreviato nato dall’inchiesta della Dda nissena sul sistema di potere che Montante avrebbe creato per ottenere informazioni coperte da segreto investigativo. Una vera e propria rete di spionaggio di cui avrebbero fatto parte figure in viste del mondo delle istituzioni, tra esponenti delle forze dell’ordine e politici.
Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio, al favoreggiamento. Tra gli obiettivi che Montante avrebbe avuto c’è quello di venire a conoscenza di dettagli sull’indagine che lo riguardava per concorso esterno in associazione mafiosa, inchiesta poi archiviata ma da cui è comunque emersa la passata frequentazione dell’imprenditore dei capimafia di Serradifalco. A inizio anno, i legali di Montante avevano chiesto lo spostamento del processo in un altro tribunale per via della presunta mancanza di serenità da parte dei giudici chiamati a decidere, fatto questo giustificato con presunti rapporti intimi e confidenziali intrattenuti dall’imprenditore. Strada che però non ha portato a nulla con la Cassazione che ha stabilito che l’iter giudiziario sarebbe potuto andare avanti nel tribunale nisseno.
«La richiesta è in linea con quello che ci attendavamo – commenta a MeridioNews l’avvocato Giuseppe Panepinto, difendosre di Montante insiema all’avvocato Carlo Taormina -. Noi parleremo nei giorni precedenti alla sentenza». Stamattina Montante non era presente in aula. «Le sue condizioni di salute non lo consentono – ribadisce Panepinto -. Si continua a non garantire il suo diritto alla difesa. Di recente è stato anche negato il ricovero in una struttura sanitaria».
Oltre che nei confronti di Montante, il quale da marzo è ai domiciliari per via della diagnosi di uno stato d’ansia e di depressione, i pubblici ministeri hanno chiesto sette anni, un mese e dieci giorni per l’ex ispettore di polizia Diego Di Simone; sei anni, undici mesi e dieci giorni per l’ex funzionario di polizia Marco De Angelis, quattro anni e mezzo per l’ex comandante provinciale della guardia di finanza Gianfranco Ardizzone, mentre due anni e otto mesi per l’ex funzionario dello Sco Andrea Grassi. Chiesta, invece, l’assoluzione per l’ex dirigente regionale delle Attività produttive Alessandro Ferrara. La sentenza è prevista per il 10 maggio.
Poche settimane dopo la chiusura del primo grado in abbreviato, dovrebbe iniziare il processo per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario. Tra loro anche l’ex presidente del Senato Renato Schifani. Si attende invece la notifica della chiusura delle indagini per il filone coordinato dalla procura di Palermo, in cui tra gli indagati, oltre a Montante, ci sono figure di spicco della politica siciliana, tra le quali l’ex governatore Rosario Crocetta.
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