Montalbano e il mistero delle Chiese chiuse

L’attenzione che la nostra Provincia riserva alla cultura e allo sviluppo turistico ci offre una sorpresa coi fiocchi. Da questa mattina i turisti italiani e stranieri, sempre più numerosi con la bella stagione, venuti per ammirare le nostre bellezze architettoniche hanno la possibilità di seguire un originale itinerario, all’insegna dell’incredibile.

Partire da Corso Italia per ammirare la Chiesa della Badia e trovarla chiusa. Proseguire il giro fino a scendere a Santa Maria delle Scale, uno dei monumenti patrimonio dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO che troveranno ugualmente chiusa. Lì, dopo aver rifiatato sul sagrato, si recheranno ad altri due monumenti col riconoscimento UNESCO, la Chiesa dell’Itria e quella del Purgatorio. Le troveranno chiuse e quindi completeranno il giro ai Giardini Iblei, presso la Chiesa di Sant’Agata ai Cappuccini che conserva uno dei dipinti più belli dell’intera Sicilia, il Trittico di Pietro Novelli. Che comunque non sarà visibile ai visitatori perché la Chiesa che lo contiene rimane anch’essa chiusa.

Un record difficilmente realizzabile senza una qualche spiegazione.

Ecco i fatti: l’accordo per l’apertura delle Chiese è stabilito da una convenzione tra Diocesi di Ragusa, Comune di Ragusa e Aapit. Quest’ultima, dopo aver temporeggiato per due settimane alla scadenza della convenzione (31 maggio 2006), messa alle strette, si è detta pronta a versare la somma che assicura l’apertura per il periodo estivo, ma non vuole saperne di onorare l’impegno di € 13.000 firmato e sottoscritto in convenzione per l’anno 2005. Le motivazioni dell’Assessore designato Barrera sono quanto meno discutibili: “Non posso rispondere di un impegno preso da un mio predecessore”. Verrebbe da ridere, ma c’è chi piange.

Diocesi e Comune, infatti, decidono di occuparsi dell’apertura degli enti autonomamente, senza l’aiuto dell’Aapit, riducendo i giorni di apertura della gran parte delle chiese ai soli fine settimana.

Una decisione obbligata che ha un risvolto umano ed occupazionale.

I 6 custodi assunti dalla cooperativa che ha in gestione l’apertura delle chiese, non possono tutti essere mantenuti in servizio. Per chi non perderà il posto ci sarà una sensibile diminuzione degli orari di lavoro e di conseguenza dello stipendio.

Senza volerci addentrare troppo nei meccanismi dell’Ente Provincia che, dopo l’approvazione del bilancio, procede a suon di modifiche, ci domandiamo: di cosa dovrebbe occuparsi un’Azienda nata per incrementare il turismo e che a quanto pare non ha nemmeno una somma minima per onorare i suoi stessi impegni?

E a che serve suonare la grancassa sui monumenti riconosciuti dall’UNESCO se poi l’Ente preposto non è in grado di renderli visitabili? Quale incremento turistico favorisce questa Azienda autonoma? E con che mezzi? A ben guardare l’Aapit sponsorizza sagre e spettacolini, viaggi in Cina dalle dubbie ricadute, ristrutturazioni dispendiosissime di edifici. L’assessore Barrera dirà che la responsabilità è del suo predecessore, il giovane Nino Minardo e io non voglio certo contraddirlo.

Una gestione, però, talmente miope ed incapace di tutelare degli interessi della cittadinanza merita una presa di posizione decisa. L’azienda per il turismo nei fatti ostacola il turismo e l’occupazione. D’altra parte sono convinto da tempo che la nostra vera Aapit si chiama Commissario Montalbano.

Si corra ai ripari in fretta o valga per Barrera ciò che quelli della sua area andavano strombazzando per il candidato a primo cittadino Di pasquale. Per questo Sindaco subito, per Barrera dimissioni subito.

Vincenzo La Monica

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