Un ente statale in autogestione: è il paradosso dei Monopoli di Stato a Palermo, che da oltre due mesi sono privi delle figure di vertice. «Non abbiamo né il direttore né il vice – dice Francesco Dragotto, responsabile Ufficio Relazione con il Pubblico -. L’ultimo ad interim operava pure da Roma, poi è andato in pensione. Sta di fatto che noi possiamo sbrigare le pratiche quotidiane ma mancano le firme per gli atti più importanti, manca una strategia, manca una visione da dare a quello che a tutti gli effetti è un ufficio pubblico».
Eppure i Monopoli gestiscono funzioni importanti: regolano il comparto del gioco pubblico e dei tabacchi in Italia, rilasciano le concessioni agli esercenti che ne fanno richiesta, controllano i settori e riscuotono le relative imposte. Le nomine siciliane vengono decise, così come quelle di ogni regione, dai vertici nazionali. E finora non hanno brillato. «Avremo cambiato in due anni cinque direttori – conferma Giuseppe, altro dipendente Aams -. Ci hanno detto che il nuovo dirigente dovrebbe arrivare ai primi di febbraio. Io ho 30 anni di servizio, mi sono fatto l’idea che c’è uno Stato di serie A e uno Stato di serie B».
La sede palermitana dei Monopoli si trova in via Terranova, nel quartiere residenziale Notarbartolo, con un affitto annuale molto oneroso. Cinque i piani a disposizione dell’ente nei quali sono distribuiti gli 85 dipendenti. Dal 2012 i Monopoli sono stati accorpati all’Agenzia delle Dogane in ottica di risparmio di spesa. Si sono ottenuti risultati in tal senso? «Nel concreto noi non siamo ancora passati alle Dogane – dice un dipendente all’accoglienza – e poi io dico: se vogliono risparmiare perchè non ci trasferiscono in qualche caserma abbandonata e di proprietà statale, di cui la città è piena, invece che continuare a pagare un mensile molto caro?».
A lasciare perplessi, creando disagi all’utenza, è l’esiguo orario di ricevimento di appena 90 minuti al giorno. A volte manca persino la carta per stampare i documenti necessari. All’ingresso la porta risulta guasta. «Questo vuol dire creare difficoltà all’utenza – aggiunge Giuseppe. Ad esempio in questi giorni di maltempo le strade sono in condizioni complicate, così chi viene dalla provincia ha difficoltà a raggiungerci».
Negli ultimi mesi in città ci sono stati diversi sequestri di centri scommesse, per via delle numerose irregolarità riscontrate. I Monopoli in queste operazioni che ruolo hanno avuto? «A noi spetta il compito di controllare l’eventuale evasione fiscale – spiega Dragotto -. Possiamo sequestrare slot e pc ma non i locali. Di certo in questi tempi operiamo molto meno che in passato. Il problema comunque non è la mancanza o meno del direttore, che ci crea più problemi logistici che altro. Ci vorrebbe una gestione che fosse efficiente ed efficace, in cui ciascuno sia valorizzato».
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