Mondello, polemiche sull’area pedonale di via Regina Elena «Non dialoga con il contesto, c’erano questioni più urgenti»

È stata inaugurata da qualche settimana ma è già polemica sull’area pedonale di viale Regina Elena ai Valdesi. Non sono poche le critiche che arrivano da residenti e avventori di Mondello soprattutto sulla scelta di colorare l’area come complemento principale di arredo urbano. Il dibattito è stato aperto sulla pagina Facebook dell’associazione Insieme per Mondello, che canalizza le istanze di molti gruppi di residenti attivi sul territorio della borgata marinara. Ovviamente chi è a favore non manca e apprezza il lavoro di riqualificazione messo in piedi dal Comune, ma la maggior parte degli utenti credono che l’isola pedonale sia quanto meno fuori contesto. «Orribile. Prendiamo esempio dai paesini della Grecia: tutto ordinato, pulito e omogeneo. Ci mancano i birilli della Cala e siamo a posto», è uno dei commenti finiti sui social, «lo vedo come il classico “pugno in un occhio”», fa eco un altro utente. «Disgustoso. Una porcheria che fra qualche giorno sarà schifosa perché i colori sotto il sole cocente sbiadiranno», scrive preoccupato un altro residente, fino al disagio di chi preferirebbe che prima si risolvessero questioni più urgenti: «I soldi per questo orrore ci sono, ma per le strisce pedonali e i marciapiedi? No». 

Tra i commenti più pertinenti c’è quello di Linda Sofia Randazzo, pittrice e residente nella zona, che da anni studia e si occupa di arti visive. Contattata da MeridioNews ci spiega il suo punto di vista: «La cosa più difficile da comprendere – spiega – è l’intento di base. È bello riqualificare attraverso le opere visive, si fa in tutta Europa, ma in questo caso si percepisce che non c’è un progetto, non sono state contattate persone con competenze adeguate». La realizzazione di questa opera per la pittrice stona con le questioni lasciate indietro nella borgata marinara come quelle della sporcizia, delle infrastrutture che mancano, fino ai mezzi di trasporto. Senza contare i marciapiedi dissestati e la differenziata che manca. «Avrei destinato questi soldi per realizzare delle cose più importanti. Va riqualificato il quartiere. Poi Mondello è uno dei posti più importanti di Palermo, un saggio del Liberty e del modernismo. Qui si potrebbe cominciare dalla divulgazione del contesto storico-culturale».

La residente ha vissuto in prima persona un episodio spiacevole in passato. A causa dell’intasamento del ferro di cavallo, in occasione di forti piogge, il suo studio si è allagato. «L’energia elettrica era andata via e mentre l’acqua cominciava a salire la saracinesca non si alzava, ero bloccata. Mi è venuta a prendere la guardia civile. Nonostante la mia delusione e arrabbiatura ho continuato ad amare e a dipingere Mondello, per me è un miracolo». Per Randazzo la realizzazione dell’isola non dialoga col paesaggio e con il contesto artistico e architettonico, ma non doveva per forza sposare lo stile Liberty: «Si poteva cominciare con delle cartellonistiche: a Mondello c’è tutto un modo di architetture non visibili, come la vicina villa di Gregorietti progettata da Ernesto Basile, ma chi arriva qui non sa dove si trova. Anche se sembra una polemica in stile Molto rumore per nulla in realtà è il simbolo di un modo di approcciarsi alle opere pubbliche». 

«Bisogna saper riqualificare con l’arte», aggiunge la pittrice che ha fatto di Mondello il suo punto di riferimento artistico, un luogo al quale è molto legata: «Non ritrovo un’istanza estetica, la funzionalità del colore non è rispettata, non si mette un bianco accecante in un asfalto colpito dal sole. Non ho niente contro il sindaco Orlando, ma questa amministrazione ha riqualificato il centro storico dimenticando le zone considerate periferiche, posto che Mondello più che una periferia è un gioiello». Per Randazzo l’isola pedonale di viale Regina Elena andava concordata anche attraverso un tavolo aperto che garantisse la partecipazione dei residenti. Lo spazio «Non dialoga con il contesto – precisa -, applicare un modello di compartecipazione avrebbe potuto valorizzarlo. Se venisse considerato prezioso si comincerebbe a rispettarlo. Tutta la costa nord è preziosa dal punto di vista socio-antropologico, perché ci vivono comunità marinare. Bisogna andare nel cuore della struttura sociale ed economica di un luogo: la noncuranza rispetto alla profondità di queste istanze può portare anche alle estreme conseguenze, come buttare a terra una villa Liberty. Questa città si è dimenticata del sacco di Palermo».

Il vicensindaco Fabio Giambrone, al quale abbiamo chiesto una replica, per il momento non ha dato nessuna risposta. Il Comune intanto ha fatto sapere che per fare fronte all’emergenza rifiuti è stato istituito un numero di cellulare, il 335.7311773, collegato con la polizia municipale, per segnalare l’abbandono irregolare dei rifiuti attivo 24 ore su 24.

Stefania Brusca

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