Prenderà il via giovedì 30 il Festival del giornalismo di Modica, l’evento organizzato dal mensile Il Clandestino. Una rassegna giovane, che raggiunge quest’anno la sua quarta edizione, animato anche da persone che non hanno intenzione di fare i giornalisti nella vita. «Inizialmente il festival era nato, così come Il Clandestino, come una scommessa – racconta Enrica Frasca Caccia – Non era strutturato come le ultime edizioni, solo dal secondo anno abbiamo inserito i workshop, le conferenze e gli eventi». Una scommessa decisamente vinta, visto il ricco programma che l’edizione di quest’anno – il cui sottotitolo è «Dalla padella allo spread» – riserverà fino al due settembre.
Levento modicano, il cui nome richiama alla mente quella sorta di fratello maggiore che è il Festival internazionale di Perugia, ha alcuni ingredienti speciali. « È un festival che vuole festeggiare un giornalismo giovane e dal basso per contribuire alla sua realizzazione è stata aperta una sottoscrizione Siamo tutti volontari e non ci sono grandi sponsor o grandi partner. E poi aggiunge la giovane giornalista siamo in un piccolo centro, non ci sono occasioni del genere in Sicilia».
«Abbiamo sentito lesigenza di puntare lattenzione su realtà locali molto valide, ma spesso ignorate», spiega Enrica Frasca Caccia. I quattro giorni vedranno dunque alternarsi tra gli altri Riccardo Orioles e il bilancio sul primo anno di vita de I Siciliani giovani, i volontari di Libera, il giornalista de La Repubblica Attilio Bolzoni e quello de Il Fatto quotidiano Giuseppe Pipitone, la redazione di Ctzen, i finalisti del premio dedicato a Roberto Morrione, gli autori del documentario su Giovanni Spampinato. I workshop Topi di Procura, Ad altezza d’uomo, Fotogiornalismo. E poi i temi: il giornalismo in Sicilia, la crisi, i giovani, la mafia. «Limpegno di tutti è stato tale che ogni singolo evento è quasi un figlio spiega lorganizzatrice Curiamo questo festival con la stessa passione che riserviamo al giornale, è molto difficile individuare un momento particolare sul quale centrare maggiore attenzione», ammette.
Quattro giorni da vivere nel paese barocco famoso perlopiù per il cioccolato. «Dai cittadini liniziativa è stata accolta bene, dalla stampa locale un po meno. Fino all’anno scorso i colleghi non hanno partecipano agli eventi e non hanno frequentato i workshop». Ma i giovani de Il Clandestino non hanno timori sulla buona riuscita dellevento: «Fortunatamente, siamo una realtà inserita in numerose reti che ci sostengono e ci seguono. Abbiamo un pubblico molto interessato».
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