Minori e video hard a Palermo: alla ricerca delle ragioni

CONOSCERE L’OPINIONE DEI GIOVANI PER PROVARE A CAPIRE IL FENOMENO E TUTELARE GLI ADOLESCENTI

di Viviana Di Lorenzo

Qualche giorno fa, è stata diffusa la notizia, ormai nota a tutti, di alcuni video hard girati da minorenni, di quattordici e diciassette anni, che si sono diffusi sulla rete e tramite smartphone, attraverso il programma di messaggeria What’sApp. I video in questione, mostrano giovani senza alcun pudore, che non temono di essere ripresi in situazioni particolari, così intime e personali.

Dopo aver esaminato le modalità con le quali si sono verificati i fatti, è nata l’esigenza di chiedere ai coetanei, di coloro i quali hanno girato questi video, le opinioni o le possibili motivazioni di tali atteggiamenti. Spesso, soprattutto oggi, si parla degli adolescenti, affermando che sono immaturi e ineducati, con tale articolo, invece, si vuole cercare di comprendere i motivi, che portano a tale trasgressione. Inoltre s’intende affermare e sottolineare che, se da un lato alcuni giovani hanno dimostrato di essere sfacciati e senza alcun pudore, dall’altro ce ne sono ancora tanti, che vivono seguendo dei principi e valori, che li identificano come persone mature e consapevoli, di sé e dell’importanza della propria dignità.

Naturalmente, se da un lato i ragazzi si sono mostrati in disaccordo con chi ha girato questi video, dall’altro è comprensibile pensare che, magari alcuni di loro hanno avuto una certa difficoltà nel parlare apertamente e forse, non sono stati perfettamente sinceri, data la delicatezza dell’argomento. Altri ancora non erano a conoscenza del fatto e hanno subito pensato, che i video fossero stati girati per fare soldi, ma una volta appresi i motivi, hanno semplicemente affermato che, i ragazzi coinvolti, non provano dignità per sé.

Questa notizia ha suscitato diverse reazioni. Di sicuro, è una vicenda che fa riflettere sull’adolescenza, sulla nascita di nuove problematiche, che mettono in difficoltà i genitori, spesso ignari dei comportamenti dei figli. Questi ultimi, sentono sempre di più l’esigenza di mostrarsi grandi e più vicini agli atteggiamenti di un adulto, accompagnati da una tecnologia che li fa vivere dentro una vita virtuale, che non permette di capire la gravità di certe situazioni in cui si trovano coinvolti. I giovani sono sempre più attratti dalla possibilità di mostrarsi e rendere pubblico ogni momento della vita, anche quello più intimo ed esclusivo. Inoltre la facilità con la quale si riescono a reperire da internet video porno, alimenta ancor di più, la voglia di emulare.

Il desiderio di trasgressione si aggiunge alla precocità dell’adultizzazione, con la manifestazione di condotte, che bruciano le tappe delle fasi dell’adolescenza e con azioni, che spingono il minore a sentirsi maturo a tal punto, da voler affermare la propria grandezza.

È facile domandarsi, in certi casi, che ruolo possono avere i genitori in questa fase così delicata, in cui l’adolescenza sembra accorciarsi, per lasciare posto ad una falsa maturità, che i giovani pensano di possedere. Probabilmente, tali episodi sono dei segnali, che indicano una cattiva o disattenta educazione, da parte dei genitori e soprattutto manifestano una possibile mancanza di dialogo tra genitori e figli, che porta a non conoscere certi aspetti dei propri ragazzi, da quelli più semplici, come la consapevolezza del gruppo di pari che frequentano, a quelli più privati, che riguardano anche l’educazione sessuale.

Oggi ci troviamo ad affrontare problematiche, che un tempo neanche immaginavamo, i giovani spesso con i loro comportamenti ci spingono ad affrontare nuove situazioni e a riflettere sul cambiamento sociale, che viviamo, quindi non ci resta che, capire le motivazioni di tali episodi, per evitare che si ripetano, per ristabilire il corretto equilibrio tra l’età anagrafica e quella, che i giovani sentono di avere, ma soprattutto per tutelare la loro intimità e fragilità.

Video hard dei liceali: la replica del Liceo Catalano
Video hard dei liceali: un gioco finito male (le scuole coinvolte)

 

 

Vincenzo Borruso

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