Mila Spicola: “Chi sfiducia Fausto Raciti sfiducia anche me”

da Mila Spicola
vice segretario regionale del PD siciliano
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Vorrei chiarire alcune cose, un canovaccio per la direzione regionale. Perché vorrei che fosse quello l’unico luogo di discussione politica.

1. Chiunque parla di sfiduciare o legittimare Fausto Raciti e lo fa a suo nome e iniziativa e non all’interno di una discussione degli organi del Partito Democratico sfiducia e legittima anche me. Il congresso è stato vinto su un’idea di unità tra asse Cuperlo e asse Renzi, o meglio tra giovani turchi a Roma e Cuperlo in sicilia e area Renzi siciliana. A Roma ha funzionato, ci ho creduto e l’ho votato in Direzione Nazionale. Quell’asse ha condotto Matteo Renzi al Governo d’Italia e alla presidenza di Matteo Orfini.

In Sicilia non sta funzionando. Qualcuno dice per colpa di Crocetta e qualcuno dice per colpa nostra. Ne parleremo in direzione. Ma sia chiaro, la sfiducia a Raciti è la sfiducia a quell’asse. Di cui io mi sento di fare parte piena. Delegittimato Fausto, sono delegittimata io. Sfiduciato Fausto, mi ritengo, automaticamente sfiduciata io. Pur nella diversità di posizioni. Che comunque spero si portino a sintesi per poter portare un sostegno al Governo e ai siciliani. Se così non accadrà, in direzione regionale, non altrove, troveremo altre posizioni da proporre. Purchè, sia chiaro, il pd sia strumentale e d’aiuto alla Sicilia, non viceversa.

2. Questo Governo non va bene. Lo abbiamo detto in tutte le salse e in tutti i modi. Abbiamo stabilito in un accordo romano che il partito e Crocetta avrebbero instaurato un rapporto per il governo e per le riforme, proprio perchè non andava bene. E’ inutile ribadirlo come a voler dire che a qualcuno andasse bene. Crocetta si è detto disponibile a quel confronto. Ho gradito la sua apertura e mi sono messa a disposizione. Non tanto o solo, Mila Spicola, ma io vicesegretario del PD, “rappresentante dell’area Renzi”, ma, per me, vicesegretario del PD Sicilia e basta.

3. Cracolici dice: non è un problema di assessori, è un problema complessivo di Governo. Non c’è un’idea della Sicilia. Bene, diamogliela. Chi ci vieta di farlo? “L’entità dei problemi non è compresa”. Credo che l’entità dei problemi sia compresa eccome, specie a noi che non campiamo più, e non deriva certo da un anno e mezzo di Governo Crocetta.

Il funzionamento grottesco della ‘macchina’ amministrativa regionale deriva da 20 anni di politiche impazzite, colluse, clientelari e consociative a cui hanno preso parte molti di quanti sono tuttora tra gli scranni dell’Ars, di tutto l’arco parlamentare siciliano. Non mi pare che sotto il Governo Lombardo, fortemente sostenuto da Antonello e da Lumia, si sia operata una politica di pranzo di Natale al cospetto della “politica delle molliche” attuale. Molti dei problemi di oggi sono l’esplosione della mancanza di scelte di quel Governo e dei precedenti governi Cuffaro, in cui una mano l’hanno data alcuni dei miei compagni attuali. Il punto è: andiamo avanti.

4. Qualcuno mi ha chiamata “Alice nel paese delle meraviglie” perché non comprendo qual è “il reale problema tra Crocetta e il mio partito in questo momento”. Mi si perdoni. Sono una militante come molti iscritti, non campo di politica e sono arrivata alla politica da grande. Insieme a me, nel non comprendere “il reale problema tra Crocetta e il mio partito in questo momento”, ci siamo la maggioranza degli iscritti militanti del PD siciliano e italiano, e la maggioranza degli elettori e non elettori siciliani. Forse c’è qualcosa che non funziona, perché da sempre confido nell’intelligenza degli elettori. Ricordo che se il messaggio di Matteo Renzi vince e convince è perchè è chiaro, semplice e concreto.

5. Non sono un’ideologa della politica, e nemmeno lo sono in questo momento le persone in difficoltà. Tutti concordiamo con la gravità dei problemi. Io sono per agire subito e dalle cose più urgenti tenendo presente che l’ ”idea della Sicilia”debba esserci e che quelle azioni debbano compiersi con una progettualità più lunga della soluzione dell’emergenza. Ma non la sento da nessuna parte una progettualità su un’idea. Eppure vedo degli sforzi di cambiamento in questo Governo che poi vengono affossati: la riforma delle Province, stravolta in aula, l’eliminazione dei privilegi, bloccati in aula, la legge sull’anagrafe scolastica, una rivoluzione posso assicurarlo, di quelle a lungo periodo, silenziose, per fortuna accolta, ne capiscono così poco che non c’era motivo di stravolgerla…

…. lo dico io che son la prima critica di Crocetta. Sento solo rimbrotti e pentole di fagioli. Diamo idee, forti, concrete e portiamole avanti. Un’occasione nodale è la riforma della Formazione professionale e la legge per il diritto allo studio. Unici veri assi di sviluppo del futuro dei nostri figli, non permetterò a nessuno di mandarle alla malora. Ed è la mia idea di Sicilia. So che nei giorni passati queste due leggi sono state esaminate dalle Commissioni dell’Ars e da alcune parti sociali. E che ne hanno avuto approvazione nell’impianto con la proposta di alcune modifiche. In via assolutamente informale, visto che i miei deputati dell’Ars hanno potuto esaminarle ho chiesto di averne copia. Nel mio ruolo tecnico, non politico, tecnico, come esperta di formazione e istruzione, ne apprezzo l’impianto e ho già in mente di suggerire alcune integrazioni, ma solo e soltanto in direzione regionale o in organo stabilito di confronto.

6. Sento parlare di tutto quello che non va in questo Governo e di tutto quello che manca. Manca tantissimo, tantissimo. Chi lo nega? Finanziarie povere di idee? Chi lo nega? Il mio partito impari a dire cosa può fare il Governo facendo proposte concrete. L’idea per la Sicilia? Non diventi il vessillo vuoto delle critiche. Pronunciamola questa idea. In direzione regionale. Se no, non solo non capisco io, ciò di cui parla Antonello, non lo capisce Crocetta e non lo capiscono nemmeno i siciliani.

Usciamo fuori dalle metafore. Due cose urgenti e concretissime: la ‘macchina’ amministrativa regionale è un pachiderma alla quale se non si mette mano poco muterà. La ‘macchina’ politico-istituzionale dell’Ars è un modello che crea sussulti e grida alla quale se non si mette mano poco muterà. Il governo migliore, col presidente migliore e la giunta perfetta, è comunque ostaggio di 90 deputati e dei loro umori variabili, prima che delle geometrie variabili. Umori capaci di azzoppare e immiserire con logiche di scambio (nessuno si offenda in particolare ma nessuno si permetta a negarlo ingenerale) qualunque “idea della Sicilia”.

E allora, andiamo in direzione e parliamo di questo innanzitutto. Perché è la prima cosa da cambiare, la pregiudiziale di ogni azione. E poi una linea programmatica che stabilisca gli assi di sviluppo della Sicilia, che mi pare abbiamo tutti chiarissimi, al di là dei ricami di discorsi: turismo, agroalimentare, cultura, ambiente (e ci comprendiamo rifiuti e acqua) e tutela e promozione del territorio e del paesaggio. Tutto questo passa dalla formazione e dall’istruzione. Ma se prima non si mette mano al funzionamento della ‘macchina’ amministrativa regionale e sul funzionamento degli enti locali è davvero alice nel paese delle meraviglie colui che crede di cambiar la sicilia.

7. Finanziarie zoppe? Possiamo concordare: allora o diamo la stampella, o forniamo gli assi programmatici entro cui inserirla e suggeriamo emendamenti (facciamolo, cavolo!). Discussi dove? In direzione regionale e nel confronto col Governo. Ma se la direzione regionale si ostina a non farlo, qualcuno è legittimato a farlo. Persino un comune cittadino attraverso un deputato. E sarebbe un’occasione persa. Se qualcuno mi risponde “Ma no,il punto non è quello, il punto è il rapporto tra il pd e il governo” vedi al punto di sopra: io e i siciliani non lo capiamo. Migliaia di siciliani che non mettono insieme il pranzo con la cena non capiamo esattamente qual è il punto. Io vedo un partito di parole senza verbi. Senza azione. Lo si spieghi, in direzione regionale, al di là delle parole, qual è l’azione concreta, velocemente, e andiamo avanti.

8. Nota a margine per la mia e l’altrui parte: se la logica degli assessorati è quella di comporre gabinetti a propria immagine e somiglianza dobbiamo metterci d’accordo,o la riteniamo legittima e non la critichiamo, e la manteniamo, o la riteniamo illegittima e la mutiamo. Perché non mi pare che nei governi passati i gabinetti di chiunque si siano composti con altre logiche.

9. Non condivido gli attacchi personali. Accuse reciproche di ipocrisia o altro. Mi pare che i contrasti siano sempre chiari e manifesti, ma esulino dalle offese personali, perché le offese rivelano solo mancanza di argomenti. Per parafrasare Antonello: la mancanza di politica genera l’offesa. I contrasti sono e devono rimanere entro la politica, anche durissimi, ma entro la politica e lasciando fuori l’offesa. Offese, dileggi, allusioni che vedo e leggo e sento da parte di tutti contro tutti non devono far parte dell’agire degli iscritti e dei dirigenti di un partito che ha un suo codice etico e che appende nelle sue stanze le immagini di Enrico Berlinguer, di Pio La Torre, di Aldo Moro e di Piersanti Mattarella. Al di là dei contrasti io credo nel partito. E chi invoca un partito unico nelle parole, nei fatti si mette di traverso ogni qualvolta si tratta di costruire o organizzare qualcosa insieme, con la logica degli ostruzionismi.

10. Infine, e non vorrei essere io a ricordarlo: Crocetta è un presidente eletto democraticamente. Io non l’ho eletto, che mi piaccia o non mi piaccia passa in secondo piano, ma la legge della democrazia dice che è legittimo e che deve governare. Possiamo criticarlo, ma a noi, come forza politica tocca contribuire ad aiutarlo, possiamo confrontarci, possiamo suggerire e migliorare. Possiamo elaborare noi un’idea della Sicilia e proporla, possiamo declinare progetti, emendamenti, proposte e leggi. Ma non possiamo pretendere di governare da soli. Il governo è di Crocetta.

Se poi non potrà continuare il suo percorso non è il PD a doverlo stabilire. Anche volendo. Dunque prendiamone atto. Io mi assumo la responsabilità di migliorare l’azione di questo Governo, pur non avendolo sostenuto, altri che lo hanno sostenuto, proposto e votato non possono oggi lavarsene le mani con un “non ci metto la faccia”.

Ciò che non va nel Governo si cambia, ma nell’ottica della collaborazione e ricordandosi che il presidente eletto è lui. Perchè mi sembra che qualcuno voglia mettere un’opa sul governo, cosa che non regge istituzionalmente, prima che politicamente. Io, per quel che mi riguarda, spesso l’opa la metterei ai 90 deputati, ma non si può, anche loro sono là forti di un consenso democratico. Interroghiamoci sulla natura del consenso e sulla legge elettorale prima di disegnare punti interrogativi nell’aria e sui presidenti.

Se, nonostante il nostro impegno ci saranno condizioni altre per farlo decadere, questa sarà decisione che prenderanno altri, sul piano nazionale, o sul piano procedurale, non certo noi del PD, e sarà comunque anche una nostra sconfitta. Sia di quanti ci avran provato, nel PD, sia, di più, di quanti se ne saran lavati le mani. Ma poco conta anche questo. Sarà stato un oltraggio alla Sicilia in crisi.

Redazione

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