Migranti, nave con 348 superstiti e dieci salme Donne inghiottite da un gommone usa e getta

È arrivata al porto di Catania la
nave Diciotti della Guardia costiera. A bordo ci sono 348 migranti subsahariani e le salme di dieci donneSono le vittime dell’ultimo naufragio registrato al largo della coste libiche, causato dalle pessime condizioni meteo e dalla scarsa qualità dell’imbarcazione: mare forza tre, vento a trenta nodi, onde alte due metri e uno dei sempre più comuni gommoni usa e getta di fabbricazione cinese. Le operazioni di accoglienza e sbarco sono in corso nel molo centrale, con l’attivazione dei presidi d’assistenza sotto il coordinamento delle forze dell’ordine. A scendere per primi donne e minori, poi gli uomini e infine verranno trasferite le salme. Le vittime non sono state ancora identificate con l’eccezione di due donne che sarebbero sorelle

Secondo le prime ricostruzioni, fornite dal
comandante di fregata Gianluca D’Agostino, il naufragio sarebbe avvenuto a causa delle condizioni del natante su cui viaggiavano i migranti partiti da Tripoli. Un gommone usa e getta che sarebbe collassato inghiottendo le dieci passeggere. «Normalmente, in questo genere di viaggi, le donne vengono posizionate sul fondo della barca – spiega – Stavolta, invece, sono state trovate al centro del gommone che, essendosi piegato, le ha risucchiate sotto l’acqua». Secondo quanto trapelato in queste ore, i migranti superstiti saranno tutti trasferiti nei centri d’accoglienza del nord Italia, mentre sono due gli uomini – un senegalese e un gambiano – fermati dagli inquirenti con l’accusa di essere gli scafisti. In totale sono cinque le persone arrestate dalla polizia per i reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. «Il sindaco Bianco, presente all’inizio dello sbarco – spiega in una nota la rete antirazzista catanese – ha garantito che verrà offerta sepoltura alle 10 vittime nel cimitero cittadino e che ci sarà una cerimonia interreligiosa nel palazzo della cultura nei prossimi giorni. Un segnale positivo, che andrebbe esteso a reali politiche d’accoglienza dei migranti, che sopravvivono ai frequenti naufragi».

La nave italiana nella giornata di ieri è stata inviata al largo delle coste africane dopo una segnalazione giunta alla centrale operativa di Roma. Quando l’imbarcazione è arrivata sul posto, il gommone con a bordo i migranti era già affondato. I superstiti, circa 107 persone, tra cui 38 donne, sono state recuperati in mare, così come le salme. «I ragazzi – racconta D’Agostino – si sono trovati in mezzo ai cadaveri che galleggiavano e si sono buttati su quelli che solo dopo abbiamo scoperto essere già morti. Con il personale del Cisom che abbiamo a bordo, abbiamo cercato di rianimare tutti quelli che tiravamo su, ma non ci siamo riusciti». La nave Diciotti ha poi proseguito con altre due operazioni di salvataggio poco lontano. In una di queste è stato individuata un’altra imbarcazione con a bordo 116 persone.

L’utilizzo dei gommoni usa e getta è ormai una costante che si presenta davanti agli occhi dei soccorritori, come raccontato da un approfondimento di MeridioNews. I natanti, solitamente di colore grigio o bianco, hanno ormai stabilmente preso il posto dei pescherecci e del sistema della navi madre per trasbordare i migrantiSecondo le procure di Catania e Palermo, dietro questi gommoni che riescono a percorrere poche miglia in mare a causa della loro pessima qualità, si celerebbe un nuovo business dei trafficanti di esseri umani. Le imbarcazioni riuscirebbero ad arrivare sgonfie in Libia passando per Turchia e Malta. Nell’isola a sud della Sicilia, negli scorsi mesi, è stato intercettato un container con 20 gommoni diretti nella città africana di Misurata. Un carico che, dopo i controlli doganali, ha raggiunto comunque la sua destinazione perché non c’è nessun supporto legale per disporne il blocco.

Nel corso del pomeriggio gli investigatori hanno cinque provvedimenti di fermo nei confronti di altrettanti cittadini di origine extracomunitaria. Ousmane Fay (senegale, classe 1995), Omar Sey (gambiano, classe 1998), Ousainou Ndoye (Costa D’Avorio, classe 1991), Osman Kovari (Mali, classe 1995) e Ibrahim Barry (gambiano, classe 1992) sono considerati dagli inquirenti gli scafisti stati trasferiti nel carcere di piazza Lanza e attualmente si trovano a disposizione dei giudici.

Dario De Luca

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